Deposito scorie nucleari nel trapanesi, tante proteste

L’individuazione di due aree in Sicilia ritenute idonee ad ospitare i depositi di scorie nucleari, sta provocando una vera e propria rivolta. Da Federconsumatori a Sicindustria, dall’ex assessore regionale ai Beni Culturali Samonà per finire ai sindacati, è un coro di no alla scelta di fare dell’isola un sito di stoccaggio per quel tipo di scorie.

«I territori di Catalafimi-Segesta e di Trapani, per le caratteristiche di pregio naturalistico e la vicinanza ad aree archeologiche e urbane, non sono idonei ad ospitare depositi di scorie nucleari. L’elenco del ministero dell’Ambiente contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai) non tiene conto delle conclusioni che la Regione Siciliana aveva depositato nel 2021, nelle quali è stato chiaramente sottolineato che la Sicilia non può e non deve essere inserita in alcun elenco di possibili siti di stoccaggio di tali rifiuti». Lo sottolinea Alberto Samonà, già assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e oggi componente del Cda del Parco Archeologico del Colosseo a Roma.

«Siamo fortemente preoccupati per la decisione che ha confermato i siti di Calatafimi Segesta e Fulgatore-Trapani come aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi». Lo dice Massimo Fundarò, presidente del Comitato «Mai depositi radioattivi in provincia di Trapani».«Le relazioni tecniche che abbiamo preparato insieme ad un pool di professionisti, circa tre anni fa, pensavamo che sarebbero state sufficienti a convincere la Sogin ad escludere i due siti trapanesi dalla Carta delle aree idonee. Così non è stato – aggiunge – Per questo motivo rilanciamo la mobilitazione del 2021 e che aveva fatto raccogliere 40.000 firme. La prima iniziativa che mettiamo in campo è il lancio di un nuovo appello, su Charge.com, rivolto a tutti i siciliani».