Sostituzione dell’assessore Sabella: azzardato proporre a Leonte le dimissioni da consigliere comunale
SCIACCA- La sostituzione del dimissionario assessore Francesco Sabella pone non poche difficoltà al sindaco Fabio Termine. Di certo non è facile come nel caso della sostituzione di Gianluca Fisco. Intanto perchè, al contrario del caso Fisco, la questione è perimetrata nell’ambito della lista civica Ferdinandea, espressione dell’ex sindaco Francesca Valenti. Ma attenzione, nella lista hanno svolto un ruolo dominante e vincente Fabio Leonte e Giuseppe Ambrogio (quasi mille voti), quest’ultimo attirato dalle sirene del deputato regionale Michele Catanzaro. Ambedue i consiglieri comunali non possono definirsi proprio valentiniani.
La sostituzione del dimissionario Francesco Sabella è, dunque, una vicenda che riguarda essenzialmente Leonte e Ambrogio. Più il primo che il secondo, in verità. Ma ambedue hanno un comune denominatore: non intendono dimettersi dalla carica di consigliere comunale. Tralasciamo, per il momento, di analizzare il frizzante Ambrogio, soffermandoci su Fabio Leonte.
Il consigliere comunale Fabio Leonte è il sostituto più naturale di Sabella. E’ inutile soffermarsi sulla esperienza amministrativa e politica di Leonte. Non sfugge che nell’attuale consiliatura, Leonte ha assunto un ruolo che risulta indispensabile alla coalizione di Fabio Termine. La legge elettorale ha partorito la stortura che un sindaco può vincere le elezioni ma rimanere in minoranza in Consiglio comunale. E il sindaco Termine è in una minoranza schiacciante. In democrazia valgono i numeri, tutto il resto rientra nelle chiacchiere.
L’esito della decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa sul ricorso presentato da Ignazio Messina risulta uno spartiacque di straordinaria importanza. Se il Cga emette ordinanza significa che si va alla conta delle schede contestate estesa anche alle altre sezioni indicate nel ricorso. E qui la situazione attuale può essere ribaltata. Ciò significa che può terminare il mandato di sindaco di Termine. Se il Cga emette sentenza significa che non si va oltre. Va oltre, invece, il mandato sindacale di Termine.
Ed è qui che la situazione in Consiglio comunale muta. Di certo muta l’atteggiamento della “maggioranza politica”, quella che ha sostenuto Ignazio Messina.
Il clima politico subirà un cambiamento. Di certo, la maggioranza politica sarà più agguerrita. E rispetto ad una squadra che vanta attaccanti che hanno il fiuto del goal, la componente che appoggia Termine, ridotta a numeri assai ristretti, ha bisogno di una difesa capace di resistere agli attacchi. Dalla parte della componente Termine ci sono consiglieri comunali che hanno mostrato frequentemente una postura simile a incendiari, rendendo il dibattito consiliare teatro di guerriglia.
Fabio Leonte, diventato tra l’altro più moderato rispetto al profilo conosciuto, rappresenta senza dubbio un elemento di moderazione che per Fabio Termine è indispensabile. Leonte è un ponte credibile tra la parte a cui appartiene e la maggioranza politica. Leonte, dunque, non solo porta con sé una esperienza amministrativa e politica importante, ma appare indispensabile come ruolo di consigliere comunale.
Sarebbe un errore “costringerlo” alle dimissioni da consigliere per la nomina di assessore. Credo che la permanenza nel ruolo di consigliere trovi le sue ragioni proprio nella preziosità della sua esperienza tra i banchi dell’aula consiliare. Dunque, una considerazione di opportunità lontana assai da coloro che, magari, immaginano che la volontà di Leonte a non dimettersi da consigliere comunale sia frutto di innalzamenti di ostacoli verso chi ha la possibilità di entrare in aula Falcone-Borsellino con le dimissioni di Leonte, nella posizione di primo dei non eletti, come l’ex assessore Bacchi, fedele della Valenti.
Leonte be Ambrogio non si dimetteranno. Le motivazioni sono diverse, ma la sostanza è unica.
Filippo Cardinale