“Per mano degli empi” in scena alla chiesa del Collegio: come Dio premia o castighi le azioni degli uomini

SCIACCA. Ieri sera nella chiesa del Collegio la prima assoluta di “Per mano degli Empi”, l’opera acusmatica scritta dal compositore Accursio Antonio Cortese che prende spunto dal libro di Giobbe, da cui è tratta la trama e la drammaturgia.
Una performance che su iniziativa del presidente del Circolo di Cultura Giovanni Di Vita, che ha coordinato il progetto finanziato dal Flag “Il sole e l’azzurro tra Selinunte, Sciacca e Vigata” e comprendente anche la realizzazione di un catalogo, è stata anche un omaggio all’artista Cosimo Barna, scomparso nel 2017.

Si è trattato di uno spettacolo nuovo per la città di Sciacca, una rappresentazione fatta di suoni e voci diffuse tra il pubblico con un coinvolgente sistema multifonico.

Protagonisti Giobbe, gli Empi, Gesù, Satana e Dio, ognuno con una propria caratterizzazione sia fonica che visuale. La storia è quella nota tratta dal libro di Giobbe, di un uomo che all’improvviso, dopo una vita vissuta nella fedeltà a Dio e ai suoi precetti, è colpito da una serie di disastri e calamità che lo spogliano di tutto, dei suoi figli e delle sue proprietà. Una storia narrata attraverso una parte performativa ed una parte su supporto, dove la suggestione del timbro prova a fornire all’ascoltatore tutti gli elementi drammaturgici necessari alla comprensione di una nuova dimensione dell’ascolto.

“Abbiamo voluto superare quella paura dell’ascolto cieco – dicono il maestro Accursio Cortese e l’autore della regia teatrale Salvatore Catanzaro – dove spesso siamo confinati”. Una scelta coraggiosa che il pubblico, dopo i primi minuti di perplessità, ha apprezzato. Chi prima di cominciare lo spettacolo ha letto la sinossi, si è perfettamente integrato nella originale opera.

La scenografia era rappresentata da una installazione a forma di croce, palcoscenico e platea sono state un tutt’uno insieme a strutture fisiche, materiali elettronici, suoni strumentali, voci, oggetti sonori spazializzati e dispositivi luminosi. Lo spettacolo ha avvolto il pubblico, immedesimato del tutto nel dramma che avvolgeva Giobbe, il protagonista. In scena anche alcune opere di Barna.

L’adattamento e la traduzione del libretto in siciliano sono del compianto Vincenzo Catanzaro che con la voce rappresentava Dio ed ha fatto sentire la sua autorevole personalità artistica. Bravissimi gli attori sulla scena: Pasquale Bentivegna, Pippo D’Antoni, Tino Bonaccorso, Filippo Gulino, Silvia Curreri e Annarita Maretta. Altrettanto bravi gli attori coinvolti solo con la loro voce: oltre a quella di Catanzaro,  Serena De Filippi, Sergio Masieri, Fulvio Santangelo, Liliana Abbene, Vito Graffeo.

Giuseppe Recca