Terme: Piano A, Piano B…ma tutto rimane nell’oblio di chi realmente deve decidere
SCIACCA- Ieri sera si è celebrato un Consiglio comunale che è iniziato con un intervento del sindaco sulla questione delle Terme, al quale sono seguiti altri interventi. Tutti gli interventi, a iniziare da quello del sindaco, sono terminati con una constatazione: nessuno conosce ancora l’intenzione della Regione. Nessuno conosce ancora l’intenzione della Cassa Depositi e Prestiti (dalla quale sono convinto che arriverà una delusione). Sono trascorsi sei mesi da quel tavolo tecnico a Palermo. I tavoli tecnici abbondano ma non si riesce mai a concludere un pasto! Si rimane a digiuno sempre.
Gli interventi in aula, di ieri sera, hanno rimarcato il sostanziale fallimento della politica e la grave mancanza di coinvolgere i deputati del territorio nelle assemblee organizzate dai comitati civici.
Piano A, piano B, ma si sta fermi, non si procede manco piano piano. Basti pensare che non si riesce ancora a chiudere la liquidazione. E se non si compie questo ultimo passo è inutile pensare ad andare avanti. Solo con le fantasie.
Il Piano A consiste nell’interesse della Cassa Depositi e Prestiti a effettuare l’investimento. Ma non c’è traccia di tale interessamento. Il Piano B è pura fantasia, è nel libro dei sogni. Bisogna “inventare” una soluzione. Cercasi geni e/o maghi.
La novità di ieri sera è l’invito al presidente del Consiglio e al Sindaco di coinvolgere deputati e sindaci del territorio in una riunione.
Dal 2015 (data di ingresso della Terme di Sciacca Spa) ad oggi c’è solo una certezza, un solo atto compiuto dalla Regione: la salvaguardia dei dipendenti delle Terme fatti transitari in un ruolo speciale per mezzo di tre leggi. Si, tre leggi perché le prime due erano sbagliate e incomplete. Poi nulla. Chiacchiere come non se ne vedono neanche a carnevale.
Rimane apprezzabile lo sforzo dei comitati cittadini e delle associazioni a tenere calda la memoria dello scempio delle Terme.
A marzo si celebrano i nove anni di chiusura delle Terme ad opera del pidino Saro Crocetta. La cosa scandalosa, oltre alla chiusura, è che la magistratura contabile se ne sta in silenzio. Un disastro enorme al patrimonio demaniale che rimane impunito.
Filippo Cardinale