Casa albergo per anziani rimane “incompiuta”. Il Comune deve restituire 3.5 mln alla Regione

SCIACCA La quarantennale struttura di via Allende, da sempre chiusa, o meglio mai aperta, sta inesorabilmente immobile a guardare il mare, l’orizzonte come una speranza di approdo, di apertura, di respiro. Del resto, guarda il Mediterraneo, il mare della speranza. Il mare che dovrebbe traghettare da uno stato di vergogna allo stato della operosità, del beneficio per la città, per arricchire la medesima città di nuovi servizi.

Ma, l’immobilismo a Sciacca è una radice che difficilmente si estirpa. Quaranta anni è la storia di una struttura rimasta dapprima incompleta, poi completata, e poi finita nelle maglie di un bando che ha creato problemi. Un anno e mezzo dopo l’affidamento formale della casa albergo per anziani dal comune di Sciacca alla cooperativa Arcobaleno, le procedure burocratiche si sono infilate in una sorta di imbuto senza via d’uscita. In verità, è più corretto scrivere che non sono mai uscite da un vicolo cieco.

Oggi è sfumato la speranza di apertura. La cooperativa Arcobaleno è sotto amministrazione giudiziaria. Inoltre, il Comune deve restituire il finanziamento ricevuto dalla Regione, milioni di euro per i lavori di completamento. L’ex sindaco Francesca Valenti aveva tentato che il Comune restituisse l’ingente somma. Ma il decreto di finanziamento era chiaro e il Comune inadempiente.

La struttura di via Allende fu utilizzata come hub vaccinale per l’emergenza Covid. Adesso, la struttura è chiusa. A Sciacca non si completa mai un’opera pubblica. Amaro destino.

LA STORIA RECENTE E LA RESTITUZIONE DI 3.5 MILIONI DI EURO

Nel 2013 viene approvato in Giunta il progetto esecutivo. Quindi si procede all’appalto delle opere ed alla sua aggiudicazione. Nonostante un ricorso che ha bloccato per qualche tempo la consegna dei lavori, tuttavia questi vengono completati nel 2016. Ed infatti con delibera di Giunta Comunale n. 174 del 27.10.2016 viene approvato il quadro economico finale e la relativa spesa viene certificata con nota del 27.01.2017, da parte del dipartimento Unità di controllo.
A questo punto l’Amministrazione Di Paola si dedica al bando per la utilizzazione da parte di privati dell’opera pubblica completata, dando mandato agli uffici preposti di redigerlo.
Il primo bando per la gestione viene emesso ma purtroppo va deserto. Non ci si arrende e si sollecita l’emanazione di un secondo bando nel maggio 2017, con termine ultimo per la presentazione delle domande il 20 giugno 2017 e cioè 6 giorni prima del turno di ballottaggio che ha sancito l’elezione della neo Sindaca e la conclusione del nostro mandato.
Successivamente avverrà l’aggiudicazione.

Il Dipartimento ha cominciato a chiedere chiarimenti sin dal 18.12.2017, “ricevendo sempre risposte evasive e non esaustive. Anzi, proprio a fronte di tale richiesta, l’Amministrazione comunicava “l’imminenza della conclusione del procedimento e la relativa stipula del contratto.

Il Dipartimento, in data 15.01.2020 ha convocato il sindaco “specificandole che la mancata produzione di documenti idonei a dimostrare la messa in uso dell’immobile avrebbe comportato l’immediata attivazione della procedura di revoca del finanziamento. Da allora sono trascorsi 10 mesi. Cosa è stato fatto per evitare che ciò accadesse? L’unità di controllo ha persino effettuato un sopralluogo in data 17.06.2020 il cui verbale è stato trasmesso al Comune e dal quale si evince che l’immobile risulta completato, funzionale e funzionante ma non risulta funzionante per le finalità espressamente previste dal progetto.

Filippo Cardinale