Intervento tardivo di Schifani dopo la protesta per l’ospedale di Sciacca: “Problema strutturale, stiamo lavorando per una soluzione”
SCIACCA. Il presidente della Regione Renato Schifani, che ieri poche ore dopo il corteo per l’ospedale svoltosi a Sciacca ha convocato per un incontro urgente il direttore del dipartimento regionale sanità Salvatore Iacolino, rassicura la comunità di Sciacca e del comprensorio affermando che il “Giovanni Paolo II” non chiuderà e che sta lavorando ad una soluzione.
Un interesse da apprezzare, anche se è bene ricordare al governatore che per Sciacca non si tratta di scongiurare il rischio chiusura, ma di dotarlo di servizi adeguati rispetto alla situazione attuale.
A Sciacca e nel comprensorio i cittadini non sono preoccupati per una improbabile chiusura, ma vogliono che un ospedale punto di riferimento di un vasto bacino d’utenza che incrocia tre province sia dotato di servizi efficienti e diventi concreta quella classificazione definita con un apposito decreto nel 2019, ovvero ospedale Dea di I° livello.
“Stiamo lavorando per individuare e attivare tutte le procedure indispensabili per la risoluzione delle carenze di organico nelle strutture di Petralia, sulle Madonie, e di Sciacca, nell’Agrigentino – dice Schifani – proprio ieri ho convocato e presieduto una riunione a Palazzo d’Orleans, alla quale ne seguiranno a breve altre, con tutti i soggetti coinvolti, fino alle determinazioni necessarie. Il problema, purtroppo, è strutturale – dice Schifani – serve incrementare, nel lungo periodo, il numero dei medici impiegati nel Ssrvizio sanitario regionale pubblico. Nel frattempo, utilizzeremo tutti gli strumenti in nostro possesso per scongiurare la chiusura dei due ospedali: lo dobbiamo a tutti i cittadini residenti in quei territori e nelle zone più periferiche dell’Isola”. ù
Il governatore purtroppo con grave ritardo si sta accorgendo delle criticità che ci sono nella sanità siciliana. Da anni si chiedono misure straordinarie per coprire i vuoti in organico. Forse il grido di allarme che arrivava dai territorio attraverso i politici di riferimento veniva interpretato come sterile opposizione. Era invece una realtà colpevolmente trascurata dal precedente e dall’attuale governo regionale.
Giuseppe Recca