Gianluca Fisco lascia la giunta: “Ringrazio tutti, rimango a disposizione della città”

SCIACCA. Sono state presentate oggi pomeriggio, poche ore dopo la individuazione del sostituto, le dimissioni dalla carica di assessore e vice sindaco della città di Sciacca dell’ingegnere Gianluca Fisco.

“Motivi strettamente personali”, indica Fisco nella lettera, riferite naturalmente ai suoi già noti impegni professionali. E poi tanti ringraziamenti, al sindaco, ai colleghi assessori, ai consiglieri comunali, al personale del Comune, ai giornalisti.

Ma anche un ringraziamento a chi gli ha fatto fare questa esperienza, seppure breve, di amministratore pubblico, ovvero i riferimenti cittadini del Pd, l’onorevole Michele Catanzaro, il segretario provinciale Simone Di Paola e tutti i militanti. “Ringrazio la città – conclude – per avermi espresso costantemente fiducia e per il consenso dato a questa coalizione. Rimango a disposizione di questa amministrazione e della mia città per qualsiasi supporto di natura tecnica e professionale”.

Inutile dire che l’impegno profuso da Fisco durante questi 16 mesi è stato notevole. Ha mostrato attaccamento alla comunità e spesso ha trasferito il lavoro anche a casa, una sorta di assessore full time apprezzato da tutti. Anche in questi giorni, a migliaia di chilometri di distanza (lavora in Arabia Saudita) si è costantemente aggiornato sulle attività e le ha seguite a distanza. Ed è stato apprezzato anche da noi giornalisti per la disponibilità manifestata in ogni momento.

Il suo posto sarà occupato da Antonino Certa, che si dimetterà da consigliere comunale lasciando il posto a Giuseppe La Bella, primo dei non eletti. Il Pd ha voluto seguire il criterio di dare fiducia ai militanti, a chi si è impegnato in campagna elettorale. E non solo a chi si è candidato visto che Fisco non ha affrontato da “concorrente” la campagna elettorale della primavera del 2022. Ora ci si attende una rimodulazione delle deleghe, bisogna affidare quella piuttosto impegnativa ai lavori pubblici, lasciata vacante dal dimissionario.

Giuseppe Recca