Agrigento Capitale della Cultura, per lo statuto altra grana in Consiglio comunale. Il sindaco continua a… non capire
AGRIGENTO- Si aggroviglia inesorabilmente sempre di più la matassa relativa alla Fondazione Agrigento Capitale della Cultura. Lo statuto registra un altro grave segnale di insofferenza. Sintomi di un malessere che il sindaco Franco Miccichè si ostina a sottovalutare o a non voler cogliere.
Il Consiglio Comunale si è sgretolato nel corso dell’esame degli emendamenti presentati dal gruppo della Dc. E come una processione, i consiglieri della maggioranza, uno alla volta, sono andati via. Al presidente Civiltà non è rimasto altro che aggiornare la seduta a questa sera. Ma anche la seduta di oggi potrebbe non dare la risposta che il sindaco Miccichè vorrebbe avere. Ma egli si ostina inesorabilmente rimanendo fermo sulle sue posizioni.
A questo punto non resterebbe altra strada che quella del piano B anticipato dall’on. Di Mauro. Stamattina il gruppo della Dc ha commentato: “Lo Statuto della fondazione Capitale della Cultura deve essere immediatamente discusso in Consiglio Comunale. Perché il Sindaco rallenta la trattazione dello Statuto in Consiglio?”. Lo dichiarano in una nota i consiglieri comunali del gruppo della Democrazia Cristiana a margine della seduta di ieri andata a vuoto.
La Dc prosegue: “Il nostro gruppo consiliare ha chiesto il prelievo del punto per poter trattare lo Statuto di Capitale della Cultura, capendo che deve immediatamente essere discusso in Consiglio. L’Amministrazione, per tutta risposta, a seguito della nostra richiesta urgente di trattare celermente in Aula lo statuto, cosa fa? Non riesce a tenere il numero legale e fa cadere la seduta, rendendo impossibile la trattazione del punto. Noi abbiamo a cuore che Agrigento arrivi pronta all’appuntamento del 2025, per questo abbiamo sollecitato con forza la discussione in Consiglio sulla fondazione, nell’ esclusivo interesse della nostra amata città, ma niente! Sembra che i tanti annunci fatti dal Sindaco sulla fondazione siano privi di una vera, forte e concreta volontà di portarla avanti. Forse non è più convinto delle sue stesse proposte? Forse sta aspettando il “piano B”? Sia chiaro con il Consiglio Comunale una volta per tutte. La posta in gioco è alta ed il Sindaco deve essere all’altezza”.