Ospedale e carenza di ortopedici: si punta ad un team di medici itineranti

SCIACCA- La riunione di ieri convocata dall’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, ha partorito il topolino e ha confermato le difficoltà di una sanità che perde pezzi con l’emigrazione di medici verso le strutture private. Ma ha confermato anche la doppia faccia di una politica che da un lato è artefice del disastro della sanità pubblica, dall’altro si erge a paladino “facendo rumore” per raccogliere le varie lamentele che provengono dai cittadini che vedono sempre più le strutture ospedaliere erogare servizi col contagocce a causa della carenza del personale.

Quella politica che è stata protagonista delle sorti della sanità pubblica, lottizzandola e partorendo riforme fatte sempre in modo superficiale, se non dannoso e mirate a distruggere sempre più il comparto sanitario. Poi ci sono le lotte politiche, e con essa quelle personali, di qualche deputato che prende di mira un manager, produce dossier contro lui. Dossier che, poi, crollano come castelli di sabbia.

Ieri,  a Palermo, nel corso della riunione sulla sanità agrigentina, convocata d’urgenza dall’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo e con la deputazione agrigentina, si è stabilito di puntare su un’equipe itinerante di Ortopedia per consentire agli ospedali Agrigentini di attutire le conseguenze della carenza di medici.

Erano presenti alla riunione i parlamentari del territorio Margherita La Rocca Ruvolo, Carmelo Pace, Giusi Savarino e, ovviamente, il commissario straordinario Mario Zappia.

E’ critica la situazione delle unità operative di Ortopedia di Sciacca e Agrigento con un medico a scavalco tra i due presidi, il primario di Sciacca, Giuseppe Tulumello, e uno specializzando al Giovanni Paolo II.

L’assessore Volo ha proposto una equipe itinerante di ortopedici per evitare la chiusura del reparto a Sciacca. Insomma, un team di ortopedici in “mobilità” a seconda delle esigenze che nascono. Al Giovanni Paolo II anche il reparto di Urologia è in emergenza: c’è solo il primario.

La sanità pubblica è malata dal nord a sud. C’è una forte carenza di medici ma anche una emorragia verso il settore della sanità privata. La politica non è innocente di fronte allo sfacelo che affonda in anni e anni di politiche mirate a tagli, a scelte folli come il numero chiuso in medicina nelle Università. E la politica organizza “tavoli” per mettere pezze ai buchi che provoca.

Filippo Cardinale