Un arresto e 620 mila euro sequestrati: titolare di Caf “regalava” reddito di cittadinanza

Il titolare di un Caf Acli, Francesco Tuttoilmondo, impiegato della società partecipata dalla Regione Siciliana Sas servizi ausiliari Sicilia, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo che hanno eseguito un’ordinanza del Gip di Palermo. L’inchiesta, coordinata dalla Procura del capoluogo siciliano, ha anche portato al sequestro preventivo del CAF e di disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 620.402 euro. I reati contestati sono di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale e ideologico in atto pubblico e istigazione alla corruzione.

Le indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo hanno preso il via dopo la denuncia di un dipendente del Comune di Palermo e avrebbero permesso di accertare le condotte illecite realizzate attraverso la predisposizione e l’utilizzo di documentazione falsa (dichiarazioni di residenza, dichiarazioni di iscrizione anagrafica ai fini TARI, contratti di locazione) inviata telematicamente alle postazioni territoriali dell’anagrafe comunale deputate al servizio di cambio domicilio.

La necessità di ottenere l’approvazione di tali variazioni sarebbe stata funzionale alla fittizia creazione dei requisiti per la percezione della misura del reddito di cittadinanza che erano legati al mancato superamento di specifiche soglie reddituali da parte del nucleo familiare, nonché all’assenza di soggetti condannati per gravi reati.

In particolare, il soggetto destinatario della misura cautelare attraverso lo schermo giuridico di un CAF, avrebbe predisposto la documentazione falsa a beneficio di un’ampia platea di “clienti”, ricevendo per ogni pratica un compenso economico pattuito, cercando, inoltre, di corrompere dipendenti comunali con regali e somme di denaro per tentare di velocizzare l’iter amministrativo per il cambio di domicilio.

Nell’ambito delle indagini sono indagate 93 persone, 53 delle quali avrebbero indebitamente percepito il sussidio con somme non dovute per un ammontare complessivo di appunto 620.402 euro.