Dopo il flop e 900 mila euro spesi il distretto turistico “Selinunte, Belice e Sciacca Terme” prova a rimettersi in piedi

SCIACCA. Tante buone intenzioni e tanti obiettivi. Poi il nulla. O quasi. Era l’8 novembre del 2010 quando nell’ufficio del segretario generale del Comune di Castelvetrano 18 sindaci delle province di Agrigento e Trapani e 40 rappresentanti di associazioni e società private, sottoscrissero l’atto costitutivo del distretto turistico “Selinunte, il Belice e Sciacca Terme”.

Il sindaco di Sciacca dell’epoca, Vito Bono, volle inserire il toponimo Terme perchè le strutture termali regionali erano ancora aperte, anche se con gravi difficoltà, le stesse he cinque anni dopo le avrebbero portate alla chiusura. Era il primo passo di un percorso fatto sempre molto lentamente, a conferma delle difficoltà che ci sono sempre state, e che ci sono ancora, quando gli enti locali devono mettersi in rete per realizzare qualcosa in favore delle loro comunità.

I Comuni coinvolti erano Vita, Santa Ninfa, Partanna, Salaparuta, Poggioreale, Castelvetrano-Selinunte, Menfi, Montevago, Santa Margherita Belìce, Sambuca di Sicilia, Giuliana, Sciacca, Caltabellotta, Ribera, Cattolica Eraclea, Calamonaci, Montallegro e Siculiana. C’erano la struttura organizzativa e quella amministrativa. I soci hanno versato la quota associativa e apparivano tutti determinati per uno strumento che poteva accedere a tante opportunità di finanziamento in ambito regionale, nazionale e comunitario. Si dovevano promuovere iniziative a sostegno dello sviluppo turistico attraverso progetti finalizzati alla promozione di beni culturali ed enogastronomici.

C’è stato il tempo per realizzare il logo dei distretto attraverso un concorso, sono partiti gli avvisi per l’individuazione di società o liberi professionisti dei quali poter avvalersi per la presentazione di progetti. Solo quattro anni dopo, nel 2015, il distretto venne approvato dalla Regione Siciliana e con esso arrivò il via libera ad un finanziamento di 900 mila euro per un progetto di promozione del territorio da parte dell’Assessorato Turismo della Regione Siciliana per la promozione del territorio. La struttura gestì quei soldi per finanziare interventi e azioni di promozioni del territorio, locandine e video. Ma fu un fatto episodico. Il distretto poi si arenò, oggi nel conto corrente ci sono ancora 30 mila euro.

L’attuale amministrazione comunale vuole riattivarlo, si sono svolte già un paio di riunioni, la gran parte dei sindaci attuali dei Comuni interessati sono disponibili a recuperare il terreno perduto. “Io ci sto provando – ci dice l’assessore alle attività produttive del Comune di Sciacca Francesco Dimino – un tentativo lo aveva fatto anche la precedente amministrazione. Le risorse pubbliche ci sono per realizzare le finalità previste dal distretto, ma bisogna spenderle meglio di quanto non si sia fatto negli anni passati, quando c’è stata una corsa perchè i tempi di utilizzo erano brevi”.

Sarà dunque necessario lavorare in modo più concreto rispetto al passato, con una cabina di regia efficace ed efficiente. E mettere in campo il know-how necessario per arrivare davvero ad un prodotto turistico che punta a sfruttare il grande patrimonio culturale di cui questa parte di territorio dispone.

Giuseppe Recca