Il progetto di riforma della gestione di Asp e ospedali è naufragato
SICILIA- Sommerso dai dubbi di natura finanziaria e dal muro issato da opposizione e sindacati, il progetto di riforma della gestione di Asp e ospedali è già naufragato anche grazie alle perplessità di
varie segreterie della maggioranza.
L’idea di scorporare la gestione degli ospedali da quella delle Asp avrebbe come primo effetto quello di moltiplicare le poltrone di vertice della sanità pubblica: oggi i manager sono 18 (9 alla guida delle Asp e altrettanti al timone di ospedali e policlinici), se l’idea maturata all’assessorato alla Salute andasse avanti diventerebbero 24. Allo stesso modo oggi le direzioni sanitarie e amministrative sono 36 e diventerebbero 48.
L’idea, messa nero su bianco qualche mese fa dall’assessore Giovanna Volo, non è mai andata oltre l’assessorato alla Sanità: non è passata al vaglio del Bilancio per la copertura finanziaria (che si stima
elevata) e non ha mai varcato Palazzo d’Orleans. In più servirebbe il voto dell’Ars perché tecnicamente si tratta di una correzione della riforma targata Massimo Russo e Raffaele Lombardo del 2009: passaggio non facile mentre si litiga proprio sui manager da nominare entro fine mese e in vista della Finanziaria da varare a dicembre.
Eppure il progetto c’è e non appena filtrato ieri, ha suscitato la immediata protesta delle opposizioni. Per Michele Catanzaro del Pd «se l’idea del governo Schifani è quella di trasformare la sanità in un fabbrica di poltrone troverà la nostra ferma opposizione all’Ars». Anche se lo stesso Catanzaro dice che il Pd sarebbe
disponibile a discutere di una più ampia riorganizzazione della sanità pubblica.