Riqualificazione Bonsignore, don Nuara: “In quello che si è fatto non c’è nulla che possa attirare turismo”
RIBERA- Don Antonio Nuara è sempre puntuale con le sue osservazione, riflessioni. Un parroco che guarda fuori dalla propria parrocchia e osserva ciò che accade nel centro crispino. Una sua riflessione è molto interessante sulla riqualificazioni del Borgo Bonsignore eretto nel ventennio di Mussolini.
Do Nuara ha visto i lavori realizzati, ma “non ha visto a monte una progettualità turistica attrattiva”. Ed è proprio questo il tema centrale. La riqualificazione del Borgo Bonsignore deve andare oltre e non limitarsi ad un rifacimento delle facciate delle case di proprietà del Demanio regionale e gestite dall’Esa. “In quello che si è fatto non c’è nulla che possa attirare turismo. Le abitazioni coni loro prospetti non dicono granchè”. Per don Nuara anche la piazza “è anonima; non ha un ammattonato interessante e la stessa illuminazione non è caratteristica”.
Così come la chiesetta che ha “un prospetto dignitoso, ma all’interno non dice nulla ed è poco accogliente per la sua capienza ristretta. Facendo un tetto a capriate ed eliminando le colonne e i muretti, la capienza poteva permettere la celebrazione di matrimoni, anniversari, battesimi”.
Per il dinamico parroco vi è anche la necessità di avere una bella sala ristorante, ristrutturando un caseggiato. “Occorre avere le idee chiare sul come utilizzare le varie case che si affacciano sulla piazza. Occorre pensare ai posteggi che mancano. Occorre collegare Borgo alla Riserva con una strada decente. E lo stesso vale per arrivare dalla ss 115 a Borgo”.
Don Antonio Nuara nella sua riflessione sottolinea cone “il turismo è una scienza ed un’arte: ignorandole, si gira a vuoto. Molti parlano di turismo. Bisogna capire che cosa si intende, perchè Borgo Bonsignore non può avere solo 2 mesi di movimento. Ma dovrebbe essere attrattivo tutto l’anno. Sarebbe bello chiamare un pò di esperti e lasciarci guidare”.
Filippo Cardinale