Sanità, al via il piano di emergenza: nuove direttive ai manager di Asp e ospedali

PALERMO- Un piano speciale di emergenza per sopperire ad una critica mancanza di personale, specie nei pronto soccorso. Il tema sanità non riguarda, dunque, solo Sciacca. Qualche giorno fa la netta e dura presa di posizione della chiesa trapanese nei confronti della mancanza di personale negli ospedali trapanesi.

Un piano, quello del governo Schifani, che poggia su tre pilastri e ha l’obiettivo esplicito di tenere in piedi i pronto soccorso e i piccoli
ospedali di provincia recuperando un gap di personale che vale il 50% dei posti in pianta organica.

Il governo regionale ha impartito, ieri, nuove direttive ai manager di Asp e ospedali per obbligare a una nuova turnazione del personale di ruolo e per autorizzare nuove assunzioni ma anche appaltare alcuni servizi all’esterno e perfino concedere straordinari che oscillano dai 50 ai 100 euro all’ora per chi accetterà lavoro extra nei reparti più in crisi.
La direttiva firmata dall’assessore Giovanna Volo e dal dirigente Salvatore Iacolino. Da oggi scatta quindi l’operazione di rafforzamento delle aree di emergenza.

A fare da premessa al nuovo piano di emergenza è la presa d’atto che le misure assunte negli anni scorsi, in primis le assunzioni autorizzate, non hanno risolto il problema. I reparti di emergenza sono rimasti sguarniti perché «continuano a registrarsi disuguaglianze nella distribuzione del personale, a favore degli ospedali cittadini e in danno di quelli provinciali». In pratica i neo assunti sono andati dove c’era meno bisogno.

La Volo e Iacolino chiedono in prima battuta una nuova distribuzione del personale. Più precisamente «la rotazione temporanea dei medici in possesso della specializzazione per le aree di emergenza (Meu) o in discipline equipollenti». Andranno trasferiti nei pronto soccorso medici che ora sono in altri reparti. E a loro volta per compensare i vuoti lasciati da chi sarà trasferito i manager potranno impiegare gli specializzandi che già ruotano nell’orbita di quei reparti.

I manager potranno «attivare/definire i concorsi per il personale di pronto soccorso aprendo la partecipazione agli specializzandi che frequentano almeno il secondo anno della scuola di specializzazione».
Per i pronto soccorso più in crisi, quelli in cui manca almeno il 50% del personale i manager «potranno attingere in via prioritaria alle graduatorie vigenti degli specializzandi (Meu e Artid)». E potranno anche attingere a graduatorie di altri ospedali della stessa provincia.
La possibilità di fare nuove assunzioni è però lasciata solo agli ospedali in cui manchino molti medici: i presidi che hanno una pianta organica coperta almeno all’80% dovranno ricorrere ad altri strumenti.

Si potrà esternalizzare alcuni servizi a cooperative di medici o a specialisti privati: una opportunità già sfruttata da piccoli ospedali come quelli di Petralia e Corleone. Poi i manager potranno stipulare convenzioni con altri ospedali per le cosiddette prestazioni aggiuntive da parte del personale in servizio in altri presidi.

Ai medici che vorranno effettuare lavoro straordinario nei pronto soccorso o nei piccoli ospedali incentivi extra da 100 euro lordi all’ora. Mentre per gli infermieri il bonus è di 50 euro all’ora.