Decisioni Ue, marineria di Sciacca pronta a nuove proteste
SCIACCA. La notizia poco rassicurante dell’approvazione da parte del Consiglio Europeo delle misure che prevedono lo stop della pesca a strascico a partire dal 2030, arriva a Sciacca nel giorno della tradizionale “Sagra del Mare”, un appuntamento giunto alla centesima edizione. Armatori e pescatori celebrano ogni anno quella che rappresenta una importante risorsa per l’economia cittadina. Ma quest’anno non hanno molto voglia di fare festa dopo avere appreso che il sistema di pesca più praticato nel loro mare sembra destinato ad andare in soffitta. Su 120 imbarcazioni, nella locale flotta peschereccia ce ne sono 75 che praticano la pesca a strascico.
Sciacca solo una settimana fa ha ospitato il sit in di protesta regionale promosso dalle organizzazioni professionali di categoria contro i provvedimenti comunitari. E da qui potrebbe adesso prendere corpo una ben più forte azione di protesta visto che il voto del governo italiano al Piano d’Azione della Commissione Pesca dell’Ue non ha sortito nessun effetto rispetto all’esito della decisione finale. A Sciacca sono sempre stati determinati nell’affermare che questa tipologia di pesca è già stata molto ridotta negli ultimi anni, che oggi è controllata e non viene effettuata dai pescatori in modo sfrenato e senza regole come immaginano a Strasburgo.
Calogero Bono, direttore tecnico della cooperativa “Madonna del Soccorso”, spiega perchè la limitazione della pesca a strascico non incide sulla sostenibilità del mare Mediterraneo: “La decisione del Consiglio d’Europa è figlia delle lobby ambientaliste e della grande distribuzione – dice – che vogliono far morire lentamente la pesca artigianale per spostare i consumi verso il pesce congelato, il pesce d’allevamento. Vuol dire che i consumatori dovranno fare a meno nei prossimi anni, il più lontano possibile, del pesce fresco. Tuttavia noi continueremo a fare le dovute pressioni affinché il governo italiano convinca altri paesi Ue della scelta sbagliata che si sta compiendo, mirata sempre più a limitare la pesca a strascico”.
Parla di fatto gravissimo Vincenzo Marinello, presidente della cooperativa “Fra Pescatori: “In Europa ci sono le lobby, quelle che l’Italia non riesce a fare – dice – ora occorre intervenire nuovamente e con forza presso la Commissione per adottare un nuovo e apposito regolamento che disciplini la pesca nel Mediterraneo e la piccola pesca, diversa da quella che si fa nell’Atlantico. Nel parlamento europeo devono farsi sentire tutte le delegazioni dei Paesi che si afffacciano sul Mediterraneo, non solo l’Italia”.
Giuseppe Recca