È morto Silvio Berlusconi, la fine di un’era
Stamani alle 9.30 il leader di FI se n’è andato dopo essere stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano, dove stamani sono arrivati il fratello Paolo Berlusconi e poco dopo a bordo di auto diverse i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio Berlusconi. Era stato ricoverato da venerdì scorso per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo non accennavano a migliorare, poi il precipitare della situazione.
Se n’è andato a 86 anni dopo un’esistenza da mattatore assoluto. Nell’ultimo cinquantennio non c’è stato un giorno in cui il suo nome non sia stato evocato, in tv, sui giornali, in Parlamento, nei bar, allo stadio; “il Berlusca” ha spaccato l’opinione pubblica come una mela. Impresario edile, tycoon televisivo, presidente del Milan e poi del Monza, fondatore di un partito chiamato Forza Italia, tre volte premier, imputato in processi clamorosi. Tutto in lui è stato eccessivo, figlio di una dismisura. A un certo punto la sua popolarità è stata tale da essere identificato, nel mondo, con l’italiano tout court.
E’ stato l’uomo più facoltoso del Paese, per cominciare. Una ricchezza gaiamente esibita. Ma non era nato ricco, l’enorme agiatezza se l’era costruita, prima da palazzinaro, poi da visionario catodico. Persuadere, sedurre, piacere agli altri: questo è sempre stata la caratteristica di Silvio Berlusconi, che non riusciva a capacitarsi che invece ci potesse essere una larga fetta di cittadini che trovava diseducative le sue televisioni e sommamente inaccettabile la discesa in campo, perché vi coglieva l’opportunismo di un uomo che sceglie la politica non per vocazione, ma per cinica autodifesa.
E’ grazie alle televisioni Fininvest, con la fondazione di Canale 5 nel 1980, a cui si aggiunsero Italia Uno e Rete 4, che s’impone. Drive In e Dallas rompono con la pedagogia delle reti Rai. La leggenda narra che la sera, davanti alla tv, guardasse i programmi Fininvest segnalando all’istante i difetti di ciascun programma, dalla scelta degli ospiti, all’inquadratura, alle luci. Ossessivo, pignolo, prima di altri colse i mutamenti profondi che si muovevano nelle viscere della società, sfiancata dagli anni del terrorismo e dalla guerra fredda e bisognosa di nuovi miti, di una leggerezza svagata.
Nel ’93 lo strappo. Tangentopoli, a cui le sue tv hanno inizialmente dato sostegno, sembra favorire le sinistre. Berlusconi fiuta il pericolo, si sente minacciato. Tre mesi dopo fonda Forza Italia, e si presenta alle elezioni. Vince. E’ l’atto fondativo della seconda Repubblica. I vecchi partiti che hanno retto la Prima, la Dc, il Psi, il Pci, sono seppelliti sotto un cumulo di macerie.