Carnevale, Centro Studi “De Gasperi”: “Inefficiente gestione economica- finanziaria con enormi spese e miseri ricavi”. L’elenco (provvisorio) delle delibere
SCIACCA- Sui costi e “inefficiente gestione economica- finanziaria della festa con enormi spese e miseri ricavi per il Comune di Sciacca”, oggi interviene il Centro Studi Alcide De Gasperi, presieduto dall’avvocato Stefano Scaduto.
Dapprima, il Centro Studi De Gasperi osserva che “il sito della Perriera si è dimostrato alternativo, cui fare ricorso solo quando non sia in alcun modo possibile l’organizzazione del Carnevale in centro storico. Ma il vero Carnevale di Sciacca, come da tradizione, è nel centro storico. Riteniamo possibile che, con un adeguato piano di sicurezza, il Carnevale possa ritornare nel suo sito naturale”.
Per Stefano Scaduto, la festa carnascialesca “ha avuto difetti di programmazione politica ed organizzativa, da cui è derivata proprio la mancata realizzazione dell’ obiettivo iniziale, più volte dichiarato dal Sindaco, di far svolgere il Carnevale 2023 nel centro storico
della città”.
Scaduto chiosa anche “l’estremo ritardo con cui il Sindaco, preso atto della mancanza del nulla osta delle autorità di sicurezza per lo svolgimento in centro storico, ha trasferito alla Perriera il Carnevale 2023, ad appena una settimana prima dell’inizio previsto
della manifestazione, determinando un danno concreto alle attività commerciali di bar e ristorazione e alle strutture ricettive del centro storico”.
Inoltre, ritiene “in termini di principio, ingiusta la previsione di un ticket di ingresso al Carnevale per i cittadini di Sciacca, considerato che i saccensi avrebbero diritto di partecipare gratuitamente alla festa in quanto già sottoposti al prelievo fiscale”.
I cittadini di Acireale non hanno pagato il tickets per il Carnevale di Acireale 2023, che la Fondazione del Carnevale di Acireale ha previsto
solo a carico dei visitatori esterni.
Il Centro Studi Alcide De Gasperi, poi passa alla “inefficiente gestione economica- finanziaria della festa” con “enormi spese e miseri ricavi in percentuale per il Comune di Sciacca”. In particolare, ritiene “incomprensibile la decisione iniziale del Sindaco di destinare alle casse comunali la base minima di appena il 5% del ricavato dei tickets; la quota di partecipazione del Comune al ricavato dei tickets è poi diventata del 9,15% solo a seguito di un’offerta di rialzo, pari al 4,15%, effettuata in sede di gara dall’impresa aggiudicataria, sicché all’impresa aggiudicataria andrà il 90,85% degli incassi dei tickets, al Comune solo il 9,15 %, nonostante il carattere ingente delle spese sostenute ed impegnate dal Comune di Sciacca”.
Per Scaduto, “il sindaco dovrebbe chiarire alla città, davanti al Consiglio Comunale, come mai e sulla base di quali criteri abbia previsto, peraltro con suo atto personale, senza delibera di Giunta, ma con sua nota prot. n. 11491 del 01.03.2023, quale quota percentuale minima da riconoscere al Comune di Sciacca sulla ripartizione del ricavato dei tickets, la quota assai misera del 5% sugli incassi dei tickets che, si
ripete è poi diventata del 9.15% solo a seguito di un’offerta al rialzo del 4,15 %,in sede di gara, da parte dell’impresa aggiudicataria”.
Poi il Centro Studi affronta il tema degli elevati costi sostenuti dal Comune, sulla base dell’elenco con cui sono state considerate tutte le delibere comunali e determine dirigenziali di spesa che contengono nel loro oggetto la causale di riferimento al Carnevale di Sciacca 2023. Un totale che va oltre i 250mila euro, ancora provvisorio “perché ad esso vanno aggiunti costi non ancora quantificati quali quelli per la pulizia delle aree interessate dallo svolgimento della festa e per lo smaltimento dei rifiuti, nonché per la fornitura dell’energia elettrica per il Palco e per il service audio luci, di cui il Comune si è fatto carico, nell’ambito del contratto con la ditta aggiudicataria, nonché le spese per la pubblica illuminazione generale delle aree in cui si è svolta la festa, il servizio straordinario degli agenti della Polizia Municipale”.
Stefano Scaduto, inoltre, critica la delibera di Giunta comunale n.39 del 23.02.2023 con la quale il Comune “ha concesso alla ditta aggiudicataria del Carnevale la possibilità di non pagare il canone di occupazione del suolo pubblico (COSAP) delle aree all’interno
della manifestazione e dell’imposta sulla pubblicità, decidendo che tali somme verranno compensate dal costo dei servizi documentati dall’impresa”. Con nota del 22.02.2023, l’Ufficio Tributi ha calcolato in € 10.150,40 giornaliere, l’importo della COSAP e dell’imposta sulla pubblicità, e quindi in euro 40.601.60 per quattro giorni di Carnevale, l’importo che il Comune ha concesso all’impresa
di non pagare, portandolo in compensazione con spese dell’impresa.
“Alla luce di quanto sopra chiediamo alla città di valutare se tale programmazione e gestione finanziaria del Carnevale di Sciacca 2023 sia stata conforme o difforme rispetto all’interesse pubblico, se sia stata conforme o difforme rispetto al bene comune di Sciacca”, sottolinea il Centro Studi Alcide De Gasperi.
“Si deve procedere alla costituzione di una Fondazione del Carnevale, come da molto tempo si è fatto ad Acireale, e di cui da molto tempo si
parla a Sciacca, senza che si sia mai fatta; la fondazione deve essere pubblica, partecipata dal Comune, come ad Acireale, e non trarre alcun profitto dal Carnevale, e deve essere la Fondazione ad incassare tutti i proventi del Carnevale di Sciacca, reinvestendoli nello stesso, perseguendo il pareggio di bilancio”, conclude Scaduto.
Il Centro Studi fa l’elenco di tutte le determine di spesa, ancora non definitivo, con le quali si cita il carnevale come motivazione di imputazione contabile e prelievo dei soldi dall’imposta di soggiorno. Una somma che certamente supera i 285mila euro.
Elenco provvisorio costi del Comune di Sciacca per Carnevale 2023