L’ex ministro Rotondi e il segretario di un’altra Dc accusano l’ex governatore di essersi appropriato del nome del partito
L’elezione di Totò Cuffaro a segretario nazionale della Democrazia Cristiana ha scatenato polemiche già pochi minuti dopo la proclamazione. Il commissario regionale della Dc in Sicilia nel primo pomeriggio di oggi è stato eletto, all’unanimità, segretario politico nazionale della Dc al termine del XX Congresso Nazionale della Dc che ha preso il via ieri presso il centro congressi Sheraton de Medici, a Roma con la partecipazione di oltre 400 delegati, provenienti da diverse regioni d’Italia. Ma la cosa a qualcuno non è andata proprio giù.
Il primo a dire no è stato un democristiano di lungo corso come l’ex ministro Gianfranco Rotondi che pur facendo gli «auguri a Totò Cuffaro per il ritorno sulla scena nazionale», ha accusato l’ex governatore siciliano di essersi impadronito di qualcosa che non era suo. « La sua iniziativa usurpa un nome – quello della Dc – già presente e a buon diritto nella competizione politica. Domani daremo mandato ai legali di difendere i nostri diritti, sarà un tribunale a decidere chi ha ragione», ha scritto su Twitter Gianfranco Rotondi.
L’elezioni di Cuffaro non è piaciuta nemmeno a Fabio Desideri, portavoce e coordinatore politico nazionale di un’altra Democrazia Cristiana: «L’adunanza di oggi organizzata a Roma da Cuffaro e dai suoi sodali finirà come sono finite le sue liste ricusate in Sicilia. Nelle prossime ore gli atti della riunione fatta quest’oggi a Roma, dai sodali di Cuffaro – ha detto Desideri – , saranno impugnati già domani nelle sedi competenti. La cosa certa è che né Cuffaro, né i suoi sodali, rappresentano in alcun modo la Democrazia Cristiana”.
Il neo segretario nazionale Totò Cuffaro risponde per le rime . «Desideri rimanga con il suo desiderio di poter rappresentare la Dc, tranne la sua fantomatica Dc. Noi, gente normale, siamo soliti risolvere contenziosi politici ragionando e riflettendo – risponde Cuffaro – , ma questo lo facciamo con chi ha possibilità di ragionare e riflettere. Immagino, da come scrive, che non abbia neanche la facoltà di capire cosa significa sodale. Si è messo d’accordo con il suo amico Rotondi su chi prima dovrà portarci in tribunale?».