Assolti i cugini Carlino, erano accusati di reati tributari penali

SCIACCA- ​Il GUP del Tribunale di Brescia ha assolto con formula piena i due imprenditori saccensi Giuseppe e Filippo Carlino, difesi dall’Avv. Giovanni Vaccaro, dalle accuse di natura tributaria penale, con l’aggravante mafiosa (art. 416 bis, 1), rivolte dalla Procura di Brescia, DDA,

​Il riferimento è alla corposa operazione “Leonessa”, che ha coinvolto tanti indagati legati ad associazioni criminali bresciane e gelesi. Nel 2019 aveva comportato anche per i due saccensi, misure cautelari subito annullate dal Tribunale del Riesame. I due indagati, già davanti al GIP del tribunale di Sciacca Cucinella, delegato per l’interrogatorio di garanzia dall’Ufficio di Brescia, si erano discolpati, producendo vari documenti.

Segnatamente, è stato fin dall’inizio contestato agli imputati il reato di cui all’art. 10 quater, comma 2 della legge 74/2000, ipotizzando la indebita compensazione” di crediti vantati dalla società milanese SITA, con i debiti delle due imprese saccensi, impegnate da anni in attività di costruzione di impianti fotovoltaici, di sviluppo di energie alternative e di iniziative di natura ambientale.

A causa del procedimento penale, degli esosi debiti erariali e delle conseguenti sanzioni tributarie, una delle due società era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Sciacca.

Una volta chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura bresciana, i due cugini avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, depositando però i due fascicoli del difensore, contenenti una serie di documenti e di consulenze commerciali dei Dottori Cracò, Dulcimascoloe Venezia.

Ammesso il rito abbreviato e sentiti lungamente, nel novembre scorso, in udienza preliminare, i due imputati(dallo stesso PM, dalla difesa e dal Giudice), all’udienza di discussione del 15 marzo scorso, il PM aveva chiesto la condanna a 3 anni per Carlino Filippo e di 2 anni e otto mesi per Carlino Giuseppe.

​Nel corso dell‘articolata discussione dell’Avv. Vaccaro, è stato evidenziato, attraverso una ricostruzione cronologica di atti, intercettazioni e provvedimenti, che le richieste di compensazione non avevano sortito l’effetto sperato; che a quell’epoca sarebbe stata lecita l’operazione e che comunque i due imprenditori avevano agito in perfetta buona fede, senza alcun intento fraudolento, su consiglio di un allora accreditato commercialista milanese.

Prima ancora che scattasse l’inchiesta penale, i due imprenditori avevano sciolto ogni rapporto con lo studio milanese, ottenendo anche la restituzione di due assegni precedentemente rilasciati. Ed avevano pure chiesto l’annullamento dei modelli F 24 a suo tempo trasmessi dall’incaricato abilitato.

Sollecitata dalla difesa, l’assoluzione è stata pronunziata con formula piena dal GUP bresciano, che si è riservato di depositare la motivazione entro novanta giorni.