Aica, Consulta utenti all’attacco: “Poco trasparente procedura nomina nuovo Cda”.
“I sindaci rendano pubblici i nomi e i curricula dei candidati al nuovo Consiglio di amministrazione dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini”.
E’ l’appello che la Consulta degli utenti dello stesso organismo che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento ha rivolto ai soci dell’Azienda consortile all’indomani del nostro articolo che annunciava le 38 candidature alla carica di componente del nuovo porgano esecutivo.
La richiesta è stata inviata per conoscenza anche al Prefetto Maria Rita Cocciufa, come una sorta di invito ad intervenire o comunque verificare la procedura con cui l’assemblea dei sindaci sta nominando il Cda che sostituisce quello da loro revocato poco più di un mese fa.
“Sebbene non abbiamo avuto il piacere di assistere ad una selezione ad evidenza pubblica, come sarebbe stato giusto per un azienda come Aica – dice il presidente della Consulta Alvise Gangarossa – è oppportuno che i sindaci rendano almeno noti i nomi e le caratteristiche dei candidati alla guida della maggiore azienda pubblica della provincia”. La Consulta, come era prevedibile, ritiene poco trasparente e addirittura inadeguata la metodologia di scelta e le trattative che in questo momento stanno intercorrendo tra i sindaci per nominare il nuovo Cda. “Il fatto che l’esperienza del precedente Cda – aggiunge Gangarossa – composto da super professionisti selezionati per il loro curriculum, non abbia funzionato, non significa che nel selezionare il nuovo si possa fare a meno della competenza per privilegiare addirittura la fedeltà ai desideri dei sindaci, specie in un settore come il servizio idrico integrato”.
La Consulta non lesina le ennesime critiche per una gestione troppo politica di un servizio pubblico. “Il solito vizietto – dice – quello di proseguire a testa bassa secondo interessi e valutazioni che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico, per il quale la trasparenza dei processi di selezione è un valore aggiunto e non un intralcio”. In poche parole, il fatto che le decisioni siano in mano alla politica non fa sperare per il meglio l’organismo che si occupa di tutelare gli utenti della provincia.
“Finora la stessa politica che tratta passaggi delicati come questi, a porte chiuse, come se l’azienda fosse un condominio di provincia – continua Gangarossa – ha consentito che Aica perdesse 1,3 milioni di euro in 5 mesi e chissà quanti nei successivi 18 mesi. Ed ha consentito l’aumento indebito delle tariffe senza apportare nessun correttivo efficace al conto economico, ed ha inoltre tollerato insieme all’Ati che si mantenessero feudi intoccabili quali le gestioni salvaguardate, senza controllarne i requisiti di legge, così come i paesi di Palma di Montechiaro e Camastra, i quali continuano a sottrarsi alla cessione delle reti senza avere alcun titolo e alcun diritto”.
Giuseppe Recca