“Non chiamiamole rare”, al Fazello il punto sulla ricerca e la cura dell’emofilia

SCIACCA. Si è parlato delle malattie emorragiche, dell’emofilia, al Liceo Classico Fazello di Sciacca, nei locali dell’Aula Magna G. Bruno. Grazie al convegno dal titolo “Non chiamiamole rare” gli studenti delle classi quinte dell’IISS Fazello, hanno potuto conoscere tutti i risvolti di una malattia che poi tanto rara non è. Esistono diversi gradi dell’emofilia, che consiste nella prolungata perdita di sangue dovuta anche a piccoli traumi o tagli. Tutto dipende dalla mancanza di alcuni fattori, VIII e IX, che impediscono la coagulazione del sangue. L’emofilia colpisce i soggetti di sesso maschile, ma si trasmette attraverso la femmina, la quale può essere portatrice sana di un carattere genetico anomalo, cioè di un’anomalia del cromosoma sessuale X.

Efficace l’intervento della relatrice Mariasanta Napolitano, prof. Associato presso Università degli Studi di Palermo della facoltà di Medicina e Chirurgia, che ha parlato agli studenti dei sintomi e dei numerosi passi avanti nella ricerca per la cura e la prevenzione della malattia.

Di particolare significato la testimonianza di Giorgio Giammona, giovane referente dell’Associazione Amici dell’Emofilia, promotrice del Convegno in collaborazione con il Centro emofilia Paolo Giaccone del Policlinico di Palermo, che ha portato la sua esperienza, evidenziando gli effetti psicologici che tale patologia comporta. La dottoressa Mancuso, Psicoterapeuta, ha infine sottolineato il ruolo che il Centro svolge come sostegno e aiuto ai soggetti affetti da emofilia e alle loro famiglie.

Il Convegno, destinato alle quinte classi del Liceo Classico in Aula Magna, alle quinte classi del Liceo Artistico e del Liceo Scientifico di Menfi, collegati da remoto, ha stimolato inoltre gli studenti dell’indirizzo biomedico che hanno potuto così cogliere un’occasione in più per la loro formazione con esperti e professionisti del mondo sanitario.