Frana Porto Palo, Schifani: «Subito fondi per la messa in sicurezza»

MENFI. Scende direttamente in campo il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani per risolvere il caso della tabaccheria di Porto Palo, chiusa dalle autorità locali dopo una frana del costone sovrastante. Appreso della protesta attuata dal titolare Giuseppe Scirica, che ha cominciato lo sciopero della fame, il governatore, a capo della Struttura commissariale anti dissesto idrogeologico, ha immediatamente disposto l’intervento degli uffici di piazza Ignazio Florio a Palermo.
 
Oggi, il soggetto attuatore Maurizio Croce ha incontrato il sindaco Marilena Mauceri, assicurando un finanziamento di 500 mila euro per la messa in sicurezza dell’area in cui ricadono anche un minimarket e una ventina di villette, anch’esse dichiarate inagibili.
 
«Abbiamo prontamente assicurato la necessaria copertura finanziaria – sottolinea il governatore – per realizzare prima possibile un intervento che potrà restituire l’attività commerciale agli esercenti del luogo e le abitazioni ai residenti. Operiamo ogni giorno per contrastare la fragilità del nostro territorio e garantire sicurezza ai cittadini e, come in questo caso, diventa indispensabile la sinergia con le amministrazioni locali»Sarà il Comune a redigere il progetto esecutivo e a trasmetterlo all’Ufficio anti dissesto idrogeologico che provvederà ad affidare i lavori.
 
«In un primo momento – spiega Croce – si era pensato di affidare la progettazione al Genio civile ma, considerato che l’amministrazione cittadina ha già prodotto uno studio di fattibilità, saranno i loro stessi tecnici ad ultimare il lavoro. Ciò consentirà di ridurre i tempi a una decina di giorni, in modo da poter avviare subito dopo l’iter per emanare il bando per l’esecuzione delle opere».
 
La collina di Porto Palo è stata classificata ad alto rischio sin dal 1954. Ecco perché nella riunione di oggi tra Croce e la prima cittadina di Menfi, al di là del versante franato, si è discusso della possibilità di progettare e realizzare il consolidamento dell’intero monte sul quale sorge una torre di avvistamento saracena, già in passato sottoposta a restauro.