Operazione antimafia “Condor”: gli arresati

Ecco i nomi degli arrestati nell’operazione antimafia “Condor” condotta dalla Procura della Repubblica di Agrigento.

Nicola Ribisi, 42 anni, di Palma di Montechiaro, che ha già scontato una condanna a 5 anni e 4 mesi per associazione mafiosa dopo un arresto nel 2009; Giuseppe Sicilia, 43 anni, già detenuto per vicende di mafia; Giuseppe Chiazza, 42 anni, di Palma di Montechiaro; Domenico Lombardo, 31 anni, di Agrigento; Baldo Carapezza, 27 anni, di Palma, operaio. Ai domiciliari Ignazio Sicilia, 48 anni, fratello di Giuseppe e già coinvolto in vicende di mafia; Salvatore Galvano, 52 anni, titolare di un deposito giudiziario di auto e già arrestato 20 anni fa nell’operazione antimafia “San Calogero”, Francesco Centineo, 38 anni, di Palermo e Giovanni Cibaldi, 35 anni, commerciante di Licata. Obbligo di dimora, infine, per Luigi Montana, 40 anni, di Ravanusa.

Gli indiziati devono rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Eseguite anche 23 perquisizioni personali e locali (di cui 3 in carcere) nei confronti dei destinatari delle misure. Le indagini, coordinate dalla Dda di Palermo hanno consentito di acquisire un compendio investigativo sugli assetti mafiosi nel territorio di Favara e quello di Palma di Montechiaro, quest’ultimo caratterizzato – come accertato da sentenze definitive – dalla convivenza della articolazione territoriale di Cosa Nostra e di formazioni criminali denominate “paracchi” sul modello della Stidda. In questo contesto i carabinieri hanno raccolto indizi sul tentativo di uno degli indagati di espandere la propria influenza al di là del territorio palmese, ossia su Favara e sul Villaggio Mosè di Agrigento; sul ruolo di “garante” esercitato dal vertice della famiglia di Palma di Montechiaro a favore di un esponente della Stidda, al cospetto dell’allora reggente del mandamento di Canicattì. Raccolti indizi sul controllo delle attività economiche nel territorio di Palma di Montechiaro, con riferimento al settore degli apparecchi da gioco e delle mediazioni per la vendita dell’uva (le cosiddette sensalie); di “messe a posto” a Favara e danneggiamenti a mezzo incendio.