Siciliano si sposa in Senegal, ma è bigamo: ora rischia fino a 5 anni
Un viaggio in Senegal, l’incontro con una donna del posto, l’amore che scocca all’improvviso, con il classico colpo di fulmine. Poi il matrimonio a suggellare il nuovo sentimento e il forte desiderio della coppia: lui 62enne, lei di 69 anni. Il nuovo rapporto coniugale, però, non quadra allo Stato italiano. L’ambasciata italiana a Dakar trasmette l’atto di matrimonio al Comune di Scordia, cittadina di origine dell’uomo, al fine di trascriverlo nei registri di Stato civile. Ed è qui che scatta l’imprevisto: l’uomo è già sposato.
Il risvolto penale della storia è la contestazione per i novelli sposi della fattispecie di cui al comma 1 dell’articolo 556 del Codice penale prevede e punisce il reato di bigamia con la condanna alla reclusione. Secondo atti ufficiali, l’uomo, Santo Garofalo, risulta ancora formalmente legato a un precedente matrimonio, avente effetti civili pendenti, con una donna italiana. Con la prima moglie, secondo le indagini della Procura della Repubblica a Caltagirone, lo sposo è solo legalmente separato. La pendenza del giudizio di divorzio è confermata, al momento delle seconde nozze con Aissatou Diallo, da un provvedimento del Tribunale di Treviso del 7 settembre 2017, la cui efficacia sarebbe stata accertata fino ai giorni scorsi.
L’italiano e la senegalese si sono uniti in matrimonio in una cittadina africana, con un rito celebrato l’8 ottobre 2021. Il fatto illecito si è configurato a Scordia il 4 novembre 2021, quando al Comune arriva l’istanza di trascrizione del nuovo atto di matrimonio nei pubblici registri. La richiesta formulata dall’Ambasciata italiana nello Stato dell’Africa occidentale.
La magistratura calatina ha aperto a quel punto un procedimento penale, iscrivendo la notizia di reato. Il delitto di bigamia è stato contestato ad entrambi, con l’ormai verosimile (e prossima) richiesta di rinvio a giudizio.