Pasticcio pesca, decreto fermo biologico della scorsa primavera non regolare. Pescatori alle vie legali

SCIACCA. La mobilitazione del comparto pesca rischia di ricominciare con maggiore vigore e interesserà anche numerose imprese in provincia di Agrigento dopo le ultime notizie per nulla positive arrivate da Roma. Sono in discussione due decreti , entrambi decisi dall’ex governo regionale la scorsa primavera per contrastare il caro gasolio, firmati dall’ex assessore alla pesca Tony Scilla del 16 marzo e del 25 luglio scorso. Due provvedimenti nei quali vengono chiariti particolari e tempi del fermo biologico.

Entrambi presenterebbero delle anomalie e sarebbero dunque illegittimi, tanto da mettere in discussione il fermo ed i relativi pagamenti per le imprese che lo hanno regolarmente fatto. Molti armatori si stanno rivolgendo ad un legale, mentre si attiva anche il mondo delle associazioni e della politica.

“Ci stiamo muovendo su due livelli istituzionali – dice Calogero Bono della cooperativa Madonna del Soccorso – abbiamo incontrato nei giorni scorsi il Ministro Lollobrigida a Palermo e gli abbiamo consegnato una nota, ma anche in ambito regionale parteciperemo ad una riunione della commissione attività produttive”. Del caso si sta occupando il deputato regionale di Partanna Nicola Catania.

Giuseppe Recca