Estorsione al Verdura Resort, i giudici riformano sentenza e condannano imprenditore riberese

RIBERA-  Sentenza riformata in corte di appello di Palermo. I giudici hanno inflitto una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione all’imprenditore riberese Ignazio Tavormina, di 54, accusato di estorsione e di tentata estorsione alla struttura golfistica di sir Rocco Forte, il Verdura Resort. Una sentenza che è di segno opposto a quella di assoluzione emessa dal tribunale di Sciacca nel 2009 dal Gup Alberto Davico. Allora, la pubblica accusa rappresentata dal magistrato inquirente Christian Del Turco aveva chiesto la condanna.

La difesa di Tavormina, rappresentata dagli avvocati Accursio Piro e Nicola Puma, ha sostenuto l’estraneità del Tavormina dai fatti imputati.

Le indagini nacquero da una serrata e minuziosa attività investigativa da parte dei carabinieri di Sciacca. Molti manager e dipendenti sono stati ascoltati come testimoni durante la fase delle indagini condotte dai carabinieri di Sciacca.

Attività iniziata con la ricostruzione dei fatti che coprivano un periodo che va dal 2009 al 2016. Secondo le investigazioni, Ignazio Tavormina, titolare di un vivaio, avendo saputo che l’allora General Manager del complesso golfistico-alberghiero del Verdura non era intenzionato a rinnovare il contratto d’appalto per la cura del verde, avrebbe assunto comportamenti intimidatori all’interno del resort, attraverso minacce verbali, dirette ed indirette, nei confronti di dirigenti e dipendenti del complesso fino ad atti di sabotaggio di automezzi del resort.

Molti manager e dipendenti sono stati ascoltati come testimoni durante la fase delle indagini condotte dai carabinieri di Sciacca.

Un dossier che i giudici della corte di appello hanno spulciato fino a ribaltare la sentenza di primo grado di assoluzione. Gli avvocati di Tavormina annunciano ricorso in Cassazione. La corte di appello ha condannato l’imprenditore riberese anche al pagamento di euro 2.800
per le spese in favore delle parti civili rappresentate dagli avvocati Giovanni e Sergio Vaccaro.