La giunta regionale resta ai box: Fratelli d’Italia non cede a Schifani, trattativa senza fine
PALERMO- A Palazzo dei Normanni il vertice di Fratelli d’Italia si riunisce per chiedere gli esterni in giunta. Nel contempo, gli assessori in pectore di tutti gli altri partiti sono davanti a Schifani e iniziano ad avviare le procedure per ricevere le deleghe. Ma sul varo della giunta di Renato Schifani, dopo 50 giorni c’è ancora altissima tensione.
FdI, su insistenza romana, chiede formalmente di ripescare due “trombati” eccellenti, il consigliere comunale palermitano Francesco Scarpinato e lady Razza, l’ex grillina Elena Pagana, che i ministri Francesco Lollobrigida e Nello Musumeci vogliono a tutti i costi al governo nonostante la batosta alle elezioni.
Le trattative proseguono nella notte, con il rischio apertamente evocato delle elezioni anticipate. In mattinata i toni di FdI sono concilianti, ma il mare resta agitato. Schifani ha fatto sapere che, se l’appoggio esterno minacciato dai meloniani si concretizzasse, il governatore non potrebbe far altro che dimettersi prima ancora di formare la giunta.
Il sole è già tramontato, e i meloniani sono gli unici ancora non arrivati a palazzo: ai due assessori da scalzare, Giusi Savarino e Giorgio Assenza, viene dato mandato di rifiutare la delega loro riservata, rispettivamente Ambiente e Beni culturali. «Le variabili — annota all’ora di cena un big del partito — sono almeno due. Se Savarino e Assenza rispetteranno i diktat e chi sarà l’ultimo fra Lollobrigida e Schifani a smettere di insistere». Nel dubbio, non firmano neanche gli altri due meloniani, Amata e l’assessore alle Infrastrutture in pectore Alessandro Aricò.
Intanto rimane in sospeso lo schema di Schifani: approda in giunta Girolamo Turano che otterrebbe la delega all’Istruzione. Turano scalza last minute l’altro salviniano Vincenzo Figuccia, dato fino all’ultimo istante nella rosa: per l’assessore rientrante — approdato alla Lega solo pochi giorni prima delle elezioni — si è speso direttamente il segretario regionale Nino Minardo. Affiancherebbe Luca Sammartino, che riceverà i gradi di vicepresidente e una delega chiave, l’Agricoltura. A Forza Italia, invece, andrebbero tre assessorati: oltre a Tamajo ci sarebbero Marco Falcone all’Economia e la tecnica di area Giovanna Volo alla Sanità.
La giunta si completerebbe poi con due democristiani e un autonomista: il partito di Cuffaro è pronto a schierare Nuccia Albano alla Famiglia e Andrea Messina agli Enti locali, mentre il Movimento per l’autonomia esprimerebbe Roberto Di Mauro all’Energia. L’eventuale apertura ai non deputati, però, schiuderebbe scenari nuovi: la Dc ha già fatto sapere di volere ripensare la sua rosa e lo stesso potrebbero fare gli altri.
A cinquanta giorni dal voto la maggioranza non riesce ancora a trovare la quadra. E si rischia persino di rimandare la Sicilia alle urne.