La rotta dei velieri carichi di hashish e i ritrovamenti sulle spiagge siciliane
“E’ stato individuato, e su questo non ci sono dubbi, un canale di trasporto di ingenti quantità di hashish che rientra fra i traffici illeciti del Mediterraneo centrale sui quali l’Agrigentino si affaccia e che utilizza anche piccoli velieri che possono viaggiare in diversi Paesi europei senza dover presentare, non hanno alcun obbligo, l’indicazione di una rotta o un piano di movimentazione». Lo ha detto, in merito all’inchiesta antidroga «Fish & Drug» che all’alba ha portato a 17 misure cautelari, il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella.
L’inchiesta ha preso le mosse perché nell’aprile del 2019 vennero sequestrati 5 chili di hashish che avevano dei cristalli di sale in superficie che confermavano il fatto che erano stati abbandonati in mare. Le investigazioni di Squadra Mobile e Capitaneria hanno permesso di chiarire che, allora, un veliero, battente bandiera spagnola, a causa di un guasto, fu costretto ad abbandonare 4 tonnellate di hashish.
«Quando questi velieri vanno in difficoltà per avarie o condizioni meteo proibitive – ha spiegato Vella -, la cosa più semplice che fanno è mollare il carico ben confezionato. Tutti gli episodi di ritrovamenti di hashish in molte spiagge della Sicilia, parliamo di circa 800 chili rinvenuti dal 2015 al 2022, verosimilmente possono essere collegati a traffici internazionali di questo tipo. Oggi, a seguito dell’attività di indagine che abbiamo in corso, non possiamo però dire che tutti i rinvenimenti sulle spiagge siciliane siano riconducibili a questo veliero. Siamo certi però che fra le modalità di trasporto di droga, dalle coste della Spagna, del Nord Africa e del Medio Oriente, vi sia questa dei velieri».