“Appropriazione indebita e autoriciclaggio”, il Riesame: no all’annullamento del sequestro beni
AGRIGENTO- Il tribunale del Riesame di Agrigento ha rigettato l’appello presentato dai legali di Maria Barba con il quale veniva chiesto l’annullamento del sequestro – per 750 mila euro – di beni disposto dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura di Agrigento. Il Riesame ha condannato Maria Barba al pagamento delle spese processuali.
All’inizio del mese, la Direzione investigativa antimafia, su disposizione del procuratore della Repubblica facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella e del sostituto Gloria Andreoli, aveva effettuato un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente in danno al patrimonio di una imprenditrice favarese, Giusy Barba, 40 anni, attiva nel settore dell’assistenza agli anziani e disabili, indagata per i reati di appropriazione indebita ed auto riciclaggio.
I sigilli erano stati apposti a dieci immobili e due conti correnti bancari. “L’attività di indagine economico-finanziaria degli investigatori della Dia – scriveva la Procura della Repubblica – attraverso l’analisi di scritture contabili, libri sociali, movimentazione di rapporti finanziari, nonché copioso altro materiale documentale, ha permesso, sostanzialmente, di ricostruire il modus operandi adottato dai soggetti coinvolti accertando come siano riusciti nel tempo a reimpiegare il denaro provento dell’attività illecita scaturita dalla gestione di una società cooperativa Onlus”. I beni della Suami, società riconducibile all’indagata, sarebbero stati fatti sparire attraverso una serie di operazioni di riciclaggio.