Tanti brand, nessuna identità
SCIACCA. Come era facilmente prevedibile, l’iniziativa dell’assessore Francesco Dimino di adeguare il regolamento comunale e consentire riti civili anche fuori dalle mura del palazzo municipale, spinta con insistenza da diversi anni dal consigliere comunale Alessandro Curreri, è finita nel mirino della satira social.
Bello il fotomontaggio del profilo Facebook “Oshacchitano” che immortala insieme Dimino e Curreri nelle vesti di organizzatori di matrimoni, protagonisti de “Il Castello delle Cerimonie”, un celebre reality show italiano che dal 2014 ha un grande successo, prima noto con il titolo “Il Boss delle Cerimonie”.
L’idea di Dimino (ma prima ancora di Curreri) è quella di portare i matrimoni in spiaggia o in luoghi artistici e storici della città. Questo non significa fare di Sciacca la “Città dei matrimoni”, come forse erroneamente indicato nella comunicazione stampa, ma di arricchire la proposta turistica anche con questi eventi. Ed è certamente una iniziativa interessante, a patto che viaggi con un progetto di valorizzazione turistica che non sia frammentato, com’è avvenuto fino ad oggi, e che venga guidato da chi il turismo lo conosce.
L’indicazione del nuovo brand avrebbe però provocato la reazione del Museo Diffuso 5 Sensi, che ha contattato l’assessore per fare notare come la città dovrebbe invece intestarsi un brand già affermato, quello appunto di “Città dei Cinque Sensi”. Non entrando nel merito del lavoro svolto fino ad oggi dal progetto Museo Diffuso e dai risultati raggiunti, ci viene in mente come nel corso degli anni diversi assessori al turismo hanno coniato ulteriori brand che poi, ad ogni cambio di amministrazione, finivano nel cassetto insieme a striscioni, pannelli e stampe che ne frattempo erano state realizzate e acquistate con soldi pubblici.
Di fronte a queste diatribe viene da sorridere, in quanto richiamano la storia vecchia e indistruttibile della cultura saccense che ci porta di essere divisi su tutto. In questo caso possiamo comunque dire che si è trattato di un evidente malinteso, appare evidente che Sciacca non può presentarsi unicamente come “Città dei matrimoni”. Ma resta il fatto che la città di Sciacca continua a non avere una sua identità, dimenticando che la più importante ricchezza, insieme al mare ed al turismo balneare che non viene valorizzato come meriterebbe, è rappresentata dalle Terme, chiuse ormai da 7 anni e mezzo.
Giuseppe Recca