Aica, la Consulta degli utenti scende in campo e chiede un accesso agli atti per verificare il lavoro svolto dal Cda

La Consulta delle associazioni di Aica ha presentato una richiesta di accesso agli atti chiedendo al Cda una serie di relazioni e informazioni sulle cose fatte fino ad oggi.

Ecco il testo dell’articolo di oggi sul quotidiano LA SICILIA a firma di Giuseppe Recca:

Primo atto, o per meglio dire primo scontro, tra la Consulta degli Utenti dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini e il Consiglio di Amministrazione della stessa società consortile. Costituitasi lo scorso mese di giugno (in ritardo rispetto al varo di Aica) con un parto molto sofferto e fratture non ancora sanate, l’organismo presieduto da Giuseppe Di Miceli e composto dai rappresentanti di alcune sigle provinciali che nel corso degli anni sono state impegnate nel percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico, dopo una prima fase di “studio” ha deciso di puntare il dito sull’operato del Cda e sollevare questioni che in gran parte sono quelle che le associazioni di fatto hanno sempre contestato in questi mesi di attività di Aica, dai temi di natura finanziaria a quelli della mancata nomina del direttore generale.

In un lungo documento, il presidente Di Miceli rivendica il ruolo della Consuta in seno ad Aica e denuncia la mancata osservanza degli obblighi statutari in merito alla disponibilità di documenti atti a verificare l’operato dello stesso Cda. Viene giudicato molto grave, oltre all’assenza dei rappresentanti del Cda ad una riunione dello scorso luglio, il mancato invio del bilancio consuntivo. “Ne abbiamo avuto notizia e copia – scrive Di Miceli – solo grazie alla disponibilità del presidente dell’assemblea dei sindaci Alfonso Provvidenza”.

E nella missiva, nel ribadire quelle che sono le competenze che lo statuto di Aica all’articolo 48 assegna alla Consulta, ossia funzioni di “ascolto, informazione, controllo, concertazione e dibattito fra tutti i portatori di interesse, in relazione al servizio idrico integrato, sulla base dei principi di trasparenza, informazione e partecipazione, in considerazione dell’acqua bene comune”, sottolineano il loro ruolo di “vigilanza sulla realizzazione degli obiettivi e la promozione di atti indirizzo, al bisogno, da sottoporre all’assemblea, al Cda, al direttore. Con la stessa nota portata all’attenzione dei componenti del Cda e del direttore generale pro tempore, le associazioni che compongono la Consulta avanzano una serie di richiesta.

E’ un vero e proprio accesso agli atti, che prefigura una precisa e netta volontà da parte dell’organismo che, ricordiamo, ha potere consultivo, di verificare tutto il lavoro svolto fino ad oggi da Aica. I documenti richiesti sono: “il piano programma, il piano degli investimenti, i provvedimenti adottati o da adottare per riequilibrare il conto economico aziendale oggi in sofferenza; quanto il Cda ritiene necessario per meglio illustrare i provvedimenti attuati o da attuare in direzione della riduzione delle sofferenze aziendali, una motivazione circostanziata dell’impasse in riferimento alla nomina del direttore generale e relativi provvedimenti da attuare in tal senso”.

Le ultime due righe della richiesta di accesso agli atti sono emblematiche della volontà della Consulta di tenere sotto pressione il Cda, già sottoposto alle critiche dei sindaci: “il mancato riscontro al presente atto comporterà la segnalazione all’assemblea dei sindaci di Aica di tale atteggiamento ostativo, non escludendo una segnalazione alle altre autorità competenti”.