Musica, che bravi i “Les Tzingaró Manouche” (video)

SCIACCA. Una bella sorpresa lo spettacolo di “Les Tzingaró Manouche” che si è svolto ieri sera nel caratteristico vicolo De Stefani in centro storico nel contesto della rassegna estiva “Frammenti d’Arte” organizzata dal Circolo di Cultura.

In un primo momento pensavo si trattasse di un gruppo che arrivava da Palermo o da altre zone zone della Sicilia, come tanti altri contatti che il maestro Accursio Cortese, da buon direttore artistico della manifestazione, era riuscito ad avere per questa manifestazione che ha già portato a Sciacca tanti bravi artisti.

Ho invece scoperto che “Les Tzingaró Manouche” è una band locale, composta da ben sei elementi: voce, violino, chitarra, fisarmonica, percussioni e contrabbasso. Ieri sera non c’era la fisarmonica del maestro Michele Bruno, fermo per un “pit stop”, ma i restanti cinque componenti hanno dato vita ad uno spettacolo davvero molto bello, diverso e nuovo rispetto alla tradizionale proposta musicale cittadina. Il gruppo, oltre che da Bruno che ieri sera assente, è formato da Raffaele Caltagirone (violino), Calogero Bruno (chitarra), Giuseppe Gulino (cajon e percussioni), Marco Gaudio (contrabbasso) e da una cantante che non ha bisogno di presentazioni particolari, ovvero Antonella Scalici, vera professionista e splendida voce incredibilmente capace di adattarsi a tutti i generi musicali.

Il repertorio dei “Les Tzingaró Manouche” ha coinvolto il pubblico presente in una location che benissimo si adatta a queste espressioni musicali: jazz, swing, la musica francese, la passionale musica argentina che sfruttando le sonorità afroamericane e il tango è riuscita a diventare vera espressione d’arte, per finire ad alcune canzoni-poesia della musica italiana.

Ci auguriamo che questa formazione possa esprimersi ancora per molto tempo e magari, perchè no, proporre proprie composizioni, il filone è quello giusto e le novità sono apprezzate. Anche nella musica, come nella vita, bisogna fare scelte coraggiose e apparentemente impopolari per tentare di avere successo.

Giuseppe Recca