“I reclusi di via Cimabue”, domani la presentazione dell’esordio letterario di Renato Modica
SCIACCA. Verrà presentato domani sera alle ore 20 nell’ambito della rassegna “Una Badìa di Libri” che si tiene negli spazi della Badia Grande, il libro “I reclusi di via Cimabue” di Renato Modica.
L’autore, dialogando con Alice Titone e utilizzando quella dinamica dialettale che da anni gli riconosciamo, saprà certamente spiegare cosa ha convinto un professionista del mondo della scuola a mettere su carta, non appena raggiunta la pensione, tutti i limiti e le criticità di un’istituzione centrale nella crescita delle nuove generazioni.
Per Modica, che collabora anche con il nostro giornale on line, che in passato è stato “penna fine” di diversi periodici locali ed ha pure provato l’ebbrezza di una esperienza politico amministrativa, la scuola italiana negli anni è stata penalizzata da una serie eccessiva di modifiche e riforme.
Con una scrittura fluida e con l’ironia che gli è nota, l’ormai ex docente nella sua breve pubblicazione (I reclusi di Via Cimabue è un “pamphlet” edito da Nulla Die Nuovo Ateneo) analizza tutte le modifiche imposte negli anni all’attività didattica in Italia e fa autocritica quando ci racconta che pochissimi, tra dirigenti e docenti, hanno apprezzato i tanti cambiamenti prodotti dai vari governi, ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di criticarli.
Lo stile della scrittura di Renato Modica è quello che noi vecchi cronisti apprezziamo da sempre: fluente, pungente e ironico. I richiami arrivano forti. Non fanno subito male, magari fanno sorridere. Ma inducono poi alla riflessione. Non aggiungiamo oltre per non rischiare di anticipare tutti i contenuti di questo primo e interessante lavoro letterario, un esperimento ben riuscito che ci auguriamo convinca l’interessato a proseguire.
Un libro certamente interessante che dovrebbero leggere anche tanti giovani docenti che si affacciano per la prima volta al mondo della scuola. Il forte richiamo che Modica propone con un ritmo di scrittura leggero, piacevole ed a tratti sfacciato, potrebbe aiutarli a non farsi sopraffare dalla rassegnazione che oggi (da genitori ce ne accorgiamo) aleggia purtroppo nel volto e nelle parole di molti esperti insegnanti in servizio.
Giuseppe Recca