Un anno fa moriva Ada Arcuri, stasera messa in suffragio (video)
SCIACCA- Un anno è trascorso dalla morte di Ada Arcuri, 64 anni, moglie del nostro direttore Filippo Cardinale e amministratrice della società editrice del Corrieredisciacca. Una morte dopo aver lottato contro il tumore con coraggio, serenità, forza, fede. Una forza esemplare che ha accompagnato la famiglia fino all’ultimo respiro, prendendola per mano con la forza che le è stata all’unisono riconosciuta da migliaia tra amici e conoscenti.
Una messa in suffragio sarà celebrata da don Giro Faragone alle ore 19;30 di oggi nella chiesa Beata Vergine di Loreto (Perriera). Diverse le iniziative intraprese in memoria di Ada Arcuri e finalizzate alla collettività, in modo particolare ai giovani, e che troveranno costanza negli anni. E’ stata istituita la borsa di studio al Liceo Classico “Fazello” per lo studente più meritevole; un premio letterario alle giovani promesse della letteratura all’interno della manifestazione Letterando in Fest; una bonifica di un’area verde all’interno dell’istituto comprensivo “Mariano Rossi” da far fruire agli scolari.
Ada Arcuri è stata la pura espressione della semplicità, del sorriso, della solidarietà, della socievolezza. Il video integrale, in occasione della cerimonia di consegna della borsa di studio al liceo Classico Fazello, lo scorso 4 giugno) traccia il carattere di Ada. Due vocali e una consonante racchiudono la sostanza di Ada. A chi la chiamava dottoressa o signora, o le dava del lei, rispondeva col sorriso: “Io mi chiamo Ada”. Amava danzare, amava recitare. E’ stata una delle componenti storiche del gruppo folcloristico saccense Li Burgisi, sotto la guida di Nino Alessi. Spiccata la sua disponibilità ad aiutare il prossimo. L’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, ha sintetizzato l’elemento fondante di Ada in “amabilità”.
Ci piace ricordarla con un pensiero di Sant’Agostino che rispecchia fedelmente la fede in Dio che Ada nutriva, e che è stella polare seguita dal marito senza soluzione di continuità:
La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.