“Sistema Montante”, in appello riduzione della pena ma l’impianto accusatorio regge per l’ex paladino dell’antimafia
PALERMO- “E’ stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere”, aveva scritto la sentenza di primo grado. La corte d’appello di Caltanissetta ha confermato la condanna di Antonello Calogero Montante, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, rimodulando la pena: 8 anni, sei in meno del primo grado, la procura generale aveva chiesto 11 anni e 4 mesi.
L’ex paladino dell’antimafia, che non era presente alla lettura della sentenza, è stato comunque ritenuto responsabile di associazione a delinquere. È invece caduta un’ipotesi di corruzione, che ha portato all’assoluzione dell’ex comandante provinciale della Guardia di finanza nissena, Gianfranco Ardizzone. Per Montante è caduta anche l’accusa di violenza privata nei confronti di Alfonso Cicero, uno dei suoi principali testi d’accusa.
La corte d’appello di Caltanissetta presieduta da Andreina Occhipinti (a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta) ha condannato anche i componenti del “cerchio magico”: 5 anni per Diego Di Simone, l’ex ispettore della squadra mobile di Palermo diventato il capo della security di Confindustria (in primo grado aveva avuto 6 anni e 4 mesi): era il più fedele scudiero di Montante per gli affari sporchi, dagli accessi abusivi nella banca dati delle forze dell’ordine per costruire dossier, alle attività di controllo dei magistrati della procura e dell’allora dirigente della squadra mobile nissena, Marzia Giustolisi, che conduceva l’indagine.
Un’altra condanna è per Marco De Angelis, sostituto commissario della questura di Palermo: 3 anni e 3 mesi anni (in primo grado ne aveva avuto 4). Anche lui avrebbe avuto un ruolo determinante nell’attività di spionaggio: dopo l’arresto ha fatto alcune ammissioni, ma per la procura di Caltanissetta non ha detto tutto quello che sa.
Annunciano ricorso in Cassazione i legali di Montante, Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto: “Non riteniamo che questa sentenza soddisfi l’obiettività delle cose”, dicono. Rilancia invece l’avvocato Annalisa Petitto, legale di parte civile di Alfonso Cicero: “Questa sentenza d’appello conferma l’impianto accusatorio della procura di Caltanissetta — commenta — e sancisce l’esistenza di un pericoloso sistema criminale al cui vertice c’è Antonello Montante”.