Travolse e uccise il centauro sambucese al Giro d’Italia, il 28 settembre repliche e sentenza
AGRIGENTO- Sulla dirittura finale il processo (che si svolge con il rito abbreviato) a carico del 72enne Gaetano Agozzino su cui pende l’accusa di aver travolto e ucciso il sambucese Leonardo D’Amico, agente di commercio, 48enne quando avvenne il tragico incidente in contrada Maddalusa durante lo svolgimento della tappa del Giro d’Italia.
Oggi ha discusso il difensore di Agozzino, l’avvocato Salvatore Maurizio Buggea, evidenziando la mancanza del pass per il transito nel tratto di strada ove si stava svolgendo la tappa del Giro d’Italia. Nell’udienza precedente aveva discusso il penalista saccense Aldo Rossi, parte civile degli eredi di D’Amico sostenendo che la mancanza del pass non esonera dalle responsabilità del codice della strada da parte dell’Agozzino e rimarcando la totale responsabilità della causa dell’incidente all’anziano.
Agozzino era a bordo della sua Fiat Stilo , D’Amico sulla sua moto. L’anziano, secondo la pubblica accusa, avrebbe violato l’ordine degli addetti dell’Anas, che gli avevano imposto di non passare perché si sarebbe trovato davanti la carovana di auto e mezzi al seguito della tappa. Agozzino rimosse le transenne s introdusse sulla strada dove stava per passare la carovana del Giro investendo la moto di D’Amico che sopraggiungeva. Il motociclista morì dopo tre settimane di agonia.
La parte civile, ovvero la difesa dei familiari della vittima, aveva depositato una consulenza tecnica di parte. Il legale dell’imputato, che aveva presentato nelle udienze precedenti la sua relazione con la finalità di dimostrare una dinamica dell’incidente che scagiona l’automobilista, conferma la strategia processuale del giudizio abbreviato.
L’avvocato Aldo Rossi, parte civile per la famiglia della vittima, si è fermamente opposto tecnicamente sostenendo che l’ulteriore espletamento istruttorio andrebbe in contrasto coi presupposti del rito abbreviato quali la necessarietà, la compatibilità e la stessa novità della prova eventualmente da acquisire. Il Gup, in precedenza, aveva dato riscontro all’eccezione del penalista saccense rigettando le richieste di prova della difesa di Agozzino e disponendo la definizione del procedimento col rito abbreviato.
Il giudice nel processo è Alessandra Vella. Gaetano Agozzino, pensionato, ha sempre sostenuto di avere perso la testa perché gli addetti dell’Anas gli avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molte ore prima di potere rientrare a casa. L’anziano era andato in contrada Maddalusa per fare jogging e, al ritorno, trovò la strada bloccata perché era in corso la tappa del Giro d’Italia.
Per Gaetano Agozzino, 73 anni, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale, è stata richiesta una condanna a 4 anni di reclusione. La pubblica accusa è rappresentata dal magistrato inquirente Elenia Manno.
Il 28 settembre prossimo è stata fissata l’udienza per le repliche e l’emissione della sentenza.
Filippo Cardinale