“Secondo me…”: Dalla vittoria alla guida di un manipolo di inesperti alla sconfitta a capo di un’armata
di Renato Modica
La cosa che mi ha fatto arrabbiare di più in questa campagna elettorale è stato sentire con una certa insistenza che si trattava di una competizione pessima, condita di toni accesi e attacchi personali. Questo però avveniva in verità solo sui social, per limitarsi in modo evidente quando i protagonisti erano impegnati in incontri sui mezzi di informazione ufficiali e accreditati. Pochi comunque riflettevano sul fatto che le pessime affermazioni e i toni a volte beceri sono pane quotidiano per questi ormai tristemente dilaganti intrattenimenti di massa digitali. Basti pensare a quello che diceva il grande Umberto Eco quando sosteneva che grazie ad internet il peggior alcolizzato del bar di fronte casa ha più spazio per esternare il suo pensiero di quanto prima ne avesse un premio nobel. Molti, inoltre, sono convinti che su internet ci sia una sorta di “terreno di nessuno” in cui le norme penali e civili sulla diffamazione sono sospese. I social se li conosci puoi semplicemente evitarli…
Ma chi ha seguito la campagna elettorale in “diretta” non ha potuto non notare che in campo c’era un gigante che cresceva di giorno in giorno, portando avanti contenuti, programmi, idee, rivolgendosi anche – cosa inaudita per un candidato spesso indotto a “vellicare la pancia” degli elettori – alla gente per dire con chiarezza che senza un salto di qualità della cittadinanza tutta, senza una crescita del senso civico degli sciacchitani, un Sindaco e sette assessori possono fare ben poco.
Un gigante che non ha sbagliato nulla, un gigante che ha superato anche l’handicap di essersi alleato con il partito dell’Amministrazione uscente che nella considerazione dei più aveva demeritato, soprattutto agli occhi di chi ha frettolosamente dimenticato che Sciacca ha problematiche irrisolte da circa un quarantennio e che amministrare nel pieno di una tremenda pandemia che nemmeno gli scienziati ancora ben conoscono, con condutture idriche e fognarie a pezzi, con un dissesto idrogeologico incancrenitosi in vaste porzioni del territorio comunale e con il patrimonio termale più grande d’Europa chiuso per colpe di altri non è certo uno scherzo.
Ma questo giovane Sindaco ha saputo concretizzare anni di studio e di analisi dei problemi locali, ha saputo esaltare l’apporto di una squadra non solo assessoriale compatta ed efficiente, ha ottenuto il rinnovamento ed una magnifica conduzione della campagna elettorale da parte del partito alleato. Ha migliorato il suo impatto comunicativo di comizio in comizio, di confronto in confronto. Insomma ha giganteggiato, moderando i toni e invitando alla pacificazione ed alla collaborazione generali.
D’altro lato il mito “dell’uomo solo al comando”, che poi tanto solo non era avendo imbarcato di tutto e di più, con una certa esagerazione poi al momento dello sfruttamento delle opportunità offerte da una irrimediabilmente peggiorata legge elettorale per l’elezione dei Sindaci, che dovrebbe essere semplicemente abolita, tornando alla prima formulazione quella con la doppia scheda.
Era partito con largo anticipo, preannunciando miracoli, ricette semplicistiche e scarsamente realistiche ed una Giunta di luminari ed ha finito con in mano il famigerato “Manuale Cencelli” a distribuire poltrone alla sua coalizione variegata, in qualche caso senza nemmeno l’alibi di una diretta conoscenza del prescelto.
Aveva vinto da giovane “nuovo” guidando un manipolo di inesperti e volenterosi cittadini contro un raggruppamento che, al confronto del suo, era molto ristretto ed aveva una sua dignità e ha perso alla testa di un’armata raccogliticcia e scarsamente identitaria, al grido di “Chiu semu e meglio è..” i numeri ci daranno ragione.
Praticamente ha sbagliato tutto ed anche i numeri alla fine gli hanno dato torto.