Caro-gasolio, marinerie siciliane a rischio collasso. Il movimento cooperativo chiede interventi mirati e urgenti 

Porto di pesca a Sciacca

Il costo del gasolio alle stelle rischia di portare al collasso il settore della pesca in Sicilia. Il grido di allarme arriva dalle marinerie dell’Isola, dove nelle ultime settimane stanno montando rabbia e disagio tra gli operatori del settore. 
Fortemente preoccupate per la sorte delle imprese e dei tanti lavoratori della pesca Legacoop Sicilia, Confcooperative, Unci e Unicoop, lanciano un sos unitario: «Non possiamo che stare al fianco delle nostre cooperative, dei lavoratori e delle marineria in un momento complicato e difficile che rischia di pregiudicare un settore decisivo per l’economia dei nostri territori», dicono i rappresentanti del movimento cooperativo. E fanno proprio l’appello delle marinerie siciliane con cui si chiede al governo della regione di introdurre misure urgenti e di sollecitare il governo nazionale ad affrontare l’emergenza caro-gasolio con celerità e urgenza.
«Il costo del carburante per i pescherecci – dichiarano i responsabili regionali del settore pesca di Legacoop, Confcooperative, Unci e Unicoop – è quasi raddoppiato. Ne consegue che i pescherecci oggi sono costretti a ridurre il numero delle uscite in mare o addirittura a rinunciare alle battute di pesca». 
Il dito è puntato contro le speculazioni delle compagnie petrolifere per fronteggiare le quali ancora a Roma nulla è stato fatto. «Dal Governo Draghi ci aspettiamo una risposta ferma e puntuale che sino ad oggi tarda ad arrivare. Siamo fortemente convinti che una emergenza come quella che tutte le marinerie stanno vivendo da mesi debba essere affrontata con interventi mirati ed urgenti».  
Primo fra tutti quello sul credito d’imposta che, già previsto per primo trimestre 2022, dovrà essere operativo anche per il secondo trimestre. 
Tra le richieste rivolte al governo nazionale e a quello regionale quella di continuare a sostenere con rinnovata convinzione l’inserimento del “fermo bellico” anche per le marineria del Mediterraneo, proposta sinora esclusa dalla Commissione Europea. 
Non più rinviabile, secondo il movimento cooperativo del settore pesca, anche l’introduzione di misure di sostegno al reddito dei pescatori che è fortemente indebolito dalla crisi del settore. A tal proposito dal movimento cooperativo arriva una proposta di immediata applicazione, quella cioè di mutuare la cassa integrazione meteo a favore dei marittimi ed evitare così il balzello della Cisoa che, come la Naspi, è a carico del datore di lavoro.