Elezioni, 13 liste e 282 aspiranti consiglieri. 3 liste non sono riuscite a inserire 24 nomi
SCIACCA- La campagna elettorale va. Lo fa e a 21 giorni dalla domenica di votazione (12 giugno e si vota in una sola giornata dalle ore 7 alle ore 23) tutto fila liscia in un clima abbastanza silente. Quasi di stanca. In punta di piedi anche perché si coglie il disagio della gente e la voglia di disertare le urne.
La campagna appare per lo più attraverso il veicolo dei social. Quella vetrina dalla doppia faccia nella quale ognuno immagina di diffondere il messaggio ad una platea sterminata. La realtà è cosa assai diversa. Molti scrivono la motivazione per cui “hanno messo la faccia”. Frase comune nella speranza che si limitino solo a questa parte del corpo. La maggior parte trova motivazione “nell’amore per la città”. Ci mancherebbe di utilizzare il sentimento inverso per attirare il consenso!
I tre sindaci sono alla ricerca del consenso, così come lo sono 1 282 candidati al Consiglio comunale. Di questi, solo 23 saranno eletti, il 24° seggio spetta al miglior candidato sindaco sconfitto. Bella consolazione, aspirare alla fascia tricolore, finire sul banco dell’opposizione.
Nel 2017 hanno concorso 14 liste con complessivi 321 candidati. Andarono alle urne 24.925 con un’affluenza del 69,45%. Cifra che il 12 giugno sarà difficile da replicare poiché è lievitata fortemente la voglia di astensionismo.
Su 321 candidati, 127 (39,56%) riportarono (singolarmente), meno di 20 voti. C’è anche il paradosso: 35 candidati (10,90%) riportarono zero voti. Si privarono pure del proprio voto.
Quest’anno, le liste concorrenti sono 13 con complessivi 282 candidati. Messina è spinto da 5 liste, Termine da 4, Mangiacavallo da 3.
I candidati al Consiglio comunale che appoggiano Messina sono 120, quelli che appoggiano Termine 92 e 72 quelli che sostengono Mangiacavallo.
Per quanto riguarda le liste, tutte quelle del candidato Messina e Mangiacavallo hanno chiuso con 24 candidati. Quella del candidato Termine ha la lista del PD con 24 candidati, quella di Mizzica con 20 candidati, M5S e Next e Ferdinandea con 23 candidati.
Per vincere al primo turno e chiudere la partita nel pomeriggio del 13 giugno occorre che un candidato sindaco ottenga almeno il 40% dei voti validi. Il premio di maggioranza a beneficio della coalizione scatta solo nel caso in cui le liste della coalizione medesima abbiamo conseguito almeno il 40% dei voti.
Dunque, se un candidato sindaco raggiunge la soglia minima del 40% viene eletto al primo turno, ma se le liste che formano la sua coalizione non raggiungono complessivamente tale percentuale, scatta il metodo proporzionale per l’assegnazione dei seggi al Consiglio comunale.
Mancano 21 giorni e la campagna elettorale prosegue abbastanza silenziosa, quasi in imbarazzo. Molte le foto dei candidati sindaci e candidati al Consiglio comunale pubblicate sui social nelle varie tappe cittadine di visite. Tanti i sorrisi, ma non c’è quella folla che i sorrisi vorrebbero rendere palese.
Sembra un pò quella propaganda che per far apparire la nutrita (scarsa) flotta aerea militare italiana veniva sposata da una parte all’altra, ma sempre con lo stesso insufficiente numero di veivoli a disposizione. Tutto fa brodo e Sciacca sembra, specie in politica, la città nella quale abbondano gli esperti preparatori di brodo.
Filippo Cardinale