Politica cittadina come un flipper impazzito…

SCIACCA – Per i giornalisti è stata una notizia clamorosa. Chi ha vissuto con lui la breve luna di miele l’ha definita una… sceneggiata. Per altri ancora è stato un atto di coraggio. E c’è chi pensa sia un’azione tipica di chi non ha cancellato la propria cultura grillina. Chi lo conosce bene dice che si tratta di una strana reazione.

La decisione di Matteo Mangiacavallo di scaricare Forza Italia è l’ennesimo step di una campagna elettorale che sembra una partita giocata con un flipper impazzito che non dipende più dalle reazioni meccaniche e dagli urti della pallina con i vari oggetti. Ma che dipende da tante variabili senza controllo. E questa volta, purtroppo per chi gioca, non ci sono special e nemmeno bonus.

C’è chi con un colpo di spugna ha cancellato mezzo secolo della propria storia politica e culturale, chi ha fatto l’ennesimo passaggio da un’area politica all’altra, chi ha voglia di rivalsa, chi non riesce a vivere una vita normale senza gestire un ruolo di potere, chi ama il gioco d’azzardo in politica, chi è malato di politica e non vuole guarire, chi è esibizionista, chi cerca un trampolino di lancio per andare a Palermo o a Roma, chi rinnega decenni di condivisione politica e di amicizia. C’è di tutto nella campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative, un confronto che deve ancora entrare nel vivo e potrebbe riservare altre sorprese.

La sensazione è che i protagonisti siano entrati in un vortice di dinamiche senza controllo e non abbiano una reale visione della situazione, come dentro in una competizione dove conta solo vincere e con qualsiasi mezzo. Come quel politico che dopo avere promesso mari e monti arriva nel palazzo di via Roma, vi si chiude dentro e non sa cosa succede fuori. Ma la sensazione è che anche i cittadini, coinvolti tra sorrisi e ironia in una specie di gioco tra pronostici, battute, video e vignette satiriche sui social, non si rendano conto del momento importante rappresentato da una consultazione elettorale.

Ricordiamo tutti che in ballo c’è sempre il futuro della città e delle nuove generazioni, che occorre essere concreti e mettere da parte gli interessi o le ambizioni politiche personali, che si deve lavorare per il bene comune senza finalizzarlo al consenso, che si deve andare a votare e produrre una scelta davvero consapevole. Come ogni cinque anni c’è tanta gente che pretende il voto come atto di amicizia. Ma è bene ricordare cosa ha fatto nelle sue precedenti esperienze elettorali al governo o all’opposizione o se è un volto nuovo se riteniamo abbia le competenze per svolgere un ruolo istituzionale. Queste cose contano dunque più delle parole.

Sciacca ha bisogno di amministratori che si occupino con continuità e con competenza sia dell’ordinaria amministrazione che della programmazione di un futuro della città. Chissà come reagiranno alle urne i cittadini di fronte a questa follia collettiva che vede tutti impegnati nel sistemarsi dove ci sono maggiori probabilità di vincere le elezioni, che viaggiano con pacchetti di voti in tasca e che trascurano la loro storia politica, i loro ideali, i bisogni quotidiani di oggi, quelli di tante famiglie in difficoltà e quelli di una città che continua ad essere senza identità.

Candidati, dateci un’idea di città del futuro. Diteci se Sciacca deve essere una città turistico balneare, se deve essere turistico termale, se deve invece puntare sula ceramica, sul carnevale, sulla produzione di pesce, sulla cultura. Che abbia cioè una identità chiara attorno alla quale fare girare tutto il resto. Chi ha un’idea di città del futuro si faccia avanti, ricordando che non siamo al centro del mondo.

Giuseppe Recca