Sicilia, la riforma sulla termalità piace all’Ancot (Comuni termali)

SICILIA- Il disegno di legge di iniziativa parlamentare approvato all’unanimità della IV Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana (con i pareri favorevoli delle Commissioni II, III e VI) “è funzionale al riordino ed al rilancio specifico del settore”. Lo sostiene ANCOT, l’associazione nazionale dei Comuni termali.

A sostegno della bontà delle norma di riforma, Ancot sostiene che “innova una generica legge mineraria del 1956 allineando la Sicilia alle condizioni normative e di competitività dei migliori scenari nazionali, comunitari ed extra UE. Norma che contiene i requisiti per catalizzare i fondi del PNRR”.

Sono diversi i punti a sostegno della riforma del settore termale che Ancot evidenzia. Tra questi, intravede “innovativi strumenti di programmazione e cooperazione tra i vari livelli della Pubblica Amministrazione, gli stakeholders e l’intera gamma delle componenti della società civile; realizza un equo contemperamento tra canone di economicità e buon andamento imposto all’azione della Pubblica Amministrazione, con il legittimo interesse degli operatori ad uno sfruttamento economicamente sostenibile della risorsa”.

La riforma del settore ha il merito di spezzare un monopolio delle concessioni minerarie datato e deleterio che ha creato veri imbuti allo sviluppo del settore.

Per Ancot, inoltre, la riforma approvata dalla Commissione “delinea una vincente strategia per la creazione di una DMO regionale termale che giova del beneficio di una necessaria compresenza e di un adeguato calibro di operatori e filiere multisemantiche sia orizzontali che verticali che possono dare spazio a soggetti sia pubblici che privati di differenti dimensioni”.

E’ di questi giorni una call conference su “Norme in materia di acque termali” su iniziativa della presidente Ancot Franca Roso e della vicepresidente Agata Di Blasi-

All’incontro ha preso l’ on. Le Eleonora Lo Curto, capogruppo UDC all’ARS ed estensore del Ddl di riforma sulla termalità regionale,  Liborio Furco- Presidente GAL ELIMOS promotore dell’iniziativa legislativa di riforma, Giada Lupo- Consulente esperto nominato dalla IV Commissione per la redazione del Ddl di riforma, Emanuele Boaretto- Presidente nazionale Federalberghi Terme; Stefania Capaldo- Vice Presidente nazionale Federalberghi Terme; Carlo Giaquinta- sindaco del Comune di Alì Terme, Nicolò Rizzo- sindaco di Castellammare del Golfo, Vincenzo Infranco-Vicesindaco di Montevago, Francesco Gruppuso- sindaco di Calatafimi Segesta ha consentito di approfondire gli aspetti salienti del disegno di legge di riforma della Normativa Regionale sulla termalità.

L’introduzione di una nuova disciplina che regola il settore, “non solo colma un notevole ritardo rispetto ad altre regioni che, da tempo, si sono dotate di leggi regionali che disciplinano l’utilizzo delle acque termali nel proprio territorio, ma diventa uno strumento di pianificazione e sviluppo economico e sociale”, è stato evidenziato.

“Strumenti normativi certi, innovativi ed adeguati rappresentano condizione essenziale per poter predisporre iniziative di rilancio e di sviluppo funzionale, valorizzando l’intero settore, tutelando l’assetto ambientale e incentivando la promozione turistica, con rilevante impatto sociale ed economico dei nostri territori”, si è chiosato aggiungendo come il testo della norma “non solo teso a “riallineare” la Sicilia alle condizioni normative, comunitarie e nazionali, di legittimità e di efficacia per lo sfruttamento della risorsa demaniale, ma anche rivolto a creare le basilari condizioni per una celere ed effettiva adozione di strategie di sviluppo locale e regionale concretamente competitive per il settore anche in sede internazionale, capaci di attrarre investimenti pubblici e privati e creare un distretto del benessere termale siciliano come DMO regionale”.

La Sicilia ha correttamente usato le prerogative statutarie di cui gode la Regione,  in attesa delle riforme adottate dal Governo centrale le cui direttive, comunque, sono state chiaramente “anticipate” dalla adottanda riforma siciliana”.

Nel corso della call conference è stata evidenziata l’urgenza di approvare in breve una riforma che, grazie “alla multisemantica “leva termale”, renda resilienti tutti i territori termali siciliani, consentendo loro una vera rinascita.

L’interlocuzione della Regione con Federterme prosegue in modo molto velato. In verità è chiaro una diversità di vedute tra Federterme (costola della Confcommercio) e la Feder Alberghi Terme (di estrazione Confindustria). La Feder Alberghi Terme, in verità, ha dimostrato una dinamicità di visione del termalismo più consona e adatta alle esigenze moderne del mercato mondiale.

Filippo Cardinale