Elezioni, un quadro politico sconvolto rispetto al 2017. E fanno i conti senza…l’oste
EDITORIALE- C’è chi cerca ancora di chiudere il cerchio, c’è chi non trova il candidato a sindaco, c’è chi tesse la tela in cerca di “novità” che non arrivano. Ma c’è anche chi, convinto che il mondo politico non sia cambiato, fa i conti senza l’oste, immaginando di avere nel proprio cassetto i consensi al sicuro come fossero depositati in banca. Ottusi politici che, rifiutando di indossare occhiali da vista con graduazione adeguata che permetterebbero loro di vedere meglio la realtà, insistono a ragionare in una nebulosa che gli riduce quasi a zero la visibilità reale.
Politici che non tengono conto di un malessere della gente sempre crescente e che oltre due anni di pandemia hanno alimentato una irrazionalità senza precedenti. Sono, queste, incognite che peseranno fortemente sull’esito elettorale.
Nel 2017 si recarono alle urne 24.925 elettori su 35.889 aventi diritto. Andarono alle urne il 69,45%. Nelle elezioni amministrative recenti, vedi Favara e Porto Empedocle, l’astensione è stata forte e la percentuale dei cittadini che si sono recati alle urne è stata al massino del 50%.
Nella scorsa elezione del 2017, nessuno raggiunse il 40% dei voti validi (dunque 9.970 voti) e fu necessario il ballottaggio tra Calogero Bono e Francesca Valenti. Il primo ebbe 7.335 pari al 30.8%, il secondo 6.125 pari al 25,7%. Fabio Termine (Mizzica) ebbe 4.966 voti, Mistretta (M5S) 4.525 voti., Scaduto (Servire Sciacca) 902 voti.
Alle elezioni del prossimo 12 giugno appare assai improbabile che si rechi alle urne una percentuale di elettori che sfiori il 70%. Più facile è, semmai, ipotizzare un’affluenza tra il 55% e il 60%. Nella prima ipotesi, a primo turno di vince con circa 7.900 voti; nel secondo caso occorrono 8.600 voti circa.
Nel 2017 i due maggiori poli politici, centrodestra e centrosinistra, erano spinti da diverse liste. Il centrodestra era spinto da una coalizione formata da 5 liste, Progetto Sciacca (lista del candidato Bono), Forza Italia, Cantiere Popolare, Alternativa Popolare, Sciacca al Centro. Anche il centrosinistra era composto da una coalizione di 5 liste, Nostra Sciacca (lista del candidato Valenti), Partito Democratico, Uniti per Sciacca, Sciacca Democratica, Sicilia Futura.
Le liste del centrodestra sommarono 8.038 voti (notare che Cantiere Popolare apportò solo 280 voti con la lista di 24 candidati), mentre il centrosinistra totalizzò 7.754 voti.
Oggi, quel contesto politico del 2017 non esiste più, si è centrifugato.
CENTROSINISTRA- Il centrosinistra iniziò la consiliatura con una maggioranza di 14 consiglieri per finire in un vorticoso dimagrimento a 8 componenti. Tralasciamo la vicenda dell’azzeramento della giunta dopo un anno dall’insediamento. Tralasciamo la sostituzione postuma di diversi assessori. Il centrosinistra si trasforma in monocolore PD con l’uscita dalla maggioranza di Sciacca Democratica di Nuccio Cusumano. Il PD e il suo referente politico, il deputato regionale saccense, si è caricato di cinque anni di amministrazione non solo deludente, ma anche disastrosa per le condizioni in cui versa la città.
La coalizione vincente è ridotta a brandelli. Fuoriuscita dei cusumaniani, frantumazione della lista Uniti per Sciacca, scomparsa della lista Nostra Sciacca. La lista Uniti per Sciacca si è scissa e quel pacchetto di voti consistenti si è disperso. I tre consiglieri eletti sono stati Paolo Mandracchia con 507 voti, Fabio Leonte con 439 voti e Cinzia Deliberto con 191 voti. In sostanza, 1.137 voti in tre a fronte di una lista che ha sommato 1.693 voti. Paolo Mandracchia ha costituito, di recente, il movimento VentiVentidue (in coalizione con Ignazio Messina), Cinzia Delibero si rese indipendente.
La lista Nostra Sciacca (lista del candidato sindaco Francesca Valenti) consegue 1.617 voti. Non rimane più nulla. Carmela Santangelo, 464 voti, lasciò la colazione per approdare nel centrodestra, oggi Onda del deputato Carmelo Pullara. Ezio Di Prima 286 voti dice di non candidarsi più, Alfredo Ambrosetti 210 voti è nel movimento Sciacca Terme Risorge, lista che appoggia Ignazio Messina.
Sicilia Futura, aveva due consiglieri; Elvira Frigerio (348 voti) e Alberto Sabella (301) voti. Oggi, Alberto Sabella è distante dal PD e dalla coalizione dell’attuale sindaco. La lista Sicilia Futura ebbe 1.915 voti.
Appare chiaro che tale disgregazione rende problematica l’area che fa riferimento al PD, protagonista del monocolore che ha governato la città. Il PD ha difficoltà (e non può essere diversamente) a mettere su una coalizione, liste competitive, a trovare un candidato. Un candidato che pagherà lo scotto dei cinque anni trascorsi a guida PD. A dimostrazione di ciò che il PD risparmia dalla chiamata diretta autorevoli dirigenti, assessori.
CENTRODESTRA. La situazione del centrodestra è la rappresentazione plastica che risale alla vicenda della mozione di sfiducia. Un centrodestra che ha mostrato, sin da allora, uno spartito in cui erano evidenti note fuori posto e che producevano stridii anziché armoniosi suoni. Assenze di taluni al momento giusto, assenze alternate di talaltri ma che stoppavano, di fatto e con puntualità, avanzate del centrodestra consiliare verso “l’assalto” all’amministrazione. La pennellata d’autore è stata posta con la vicenda che ha condotto allo scioglimento del Consiglio comunale. Una mossa che anziché colpire “il nemico”, il sindaco, ha consentito allo stesso di rimanere solo al comando e la castrazione politica dei consiglieri come nel classico detto in riferimento al compimento del dispetto nei confronti della moglie praticando l’autolesione.
Il centrodestra è stato interessato da numerose convocazioni di riunioni senza successo. Un centrodestra che ha fatto fuori nella corsa a sindaco Calogero Bono, al quale sarebbe toccato il diritto di replica rispetto al 2017, Fabrizio Di Paola, al quale hanno teso le solite trappole. La più eclatante quella di Forza Italia con l’innesto della componente di Sciacca Democratica, ovvero del gruppo di Cusumano. Quel gruppo avversario nel Consiglio comunale che stoppò l’esito positivo della mozione di sfiducia. Scurdammoce ‘o passato….
Un centrodestra non al completo visto che il deputato regionale Carmelo Pullara presenta la sua lista Onda (Lega) a sostegno di Ignazio Messina ma che, non trovando la quadra, punta sull’ex grillino, salvatore in più occasioni del governo Musumeci. Il centrodestra, dunque, è probabile che si presenti alla tornata elettorale con un candidato sindaco che proviene dal grillismo e dalle critiche che il M5S ha riservato al centrodestra. Si attende l’esito della riunione delle prossime ore di Sciacca al Centro il cui leader è Fabrizio Di Paola. Quanti rospi sarà pronto a digerire?
M5S. Chi l’ha visto? Non esiste più neanche la sede.
MIZZICA. Continua sulla scia del 2017 marciando in solitaria. Nel 2017 Fabio termine, candidato sindaco, fu appoggiato dalla lista Mizzica (2.128 voti) e dalla lista Futuro Presente (1.117 voti). Si classificò al terzo posto e non andò al ballottaggio. Oggi, il movimento Mizzica insiste in solitaria dividendo in buoni e cattivi coloro che gravitano nel mondo della politica.
MESSINA- L’ex sindaco prosegue la sua strada, anticipando tutti. Ad oggi ha il campo libero anche grazie agli altri che non sanno che pesci prendere. Spinto da VentiVentidue, Sciacca Terme Rinasce, Onda e dalla sua lista. E’ già in campagna elettorale da diverse settimane.
Filippo Cardinale