Elezioni, “trattative” tra Messina e gruppo Cascio. Matassa da dipanare per la presenza di Venezia in Giunta
SCIACCA- Dopo un lungo silenzio politico, Sicilia Futura, o meglio la truppa dell’ex deputato regionale riberese Totò Cascio, torna a risplendere di luce propria. In verità, finora un barlume lo ha riflettuto con la presenza in giunta di Nino Venezia, voluto dall’ex consigliere comunale Alberto Sabella. Dunque, il gruppo di Totò Cascio è ancora parte integrante della giunta di Francesca Valenti. Quella stessa Giunta nei confronti della quale il candidato sindaco Messina ha elevato paletti, dalla gente ritenuti insormontabili, nei confronti di chi “ha governato la città negli ultimi cinque anni”.
In questo arco temporale dubbio non v’è che il maggior azionista è il PD, infatti lo stesso Messina indica chiaramente la non disponibilità ad allargare la colazione con il partito del deputato regionale saccense Michele Catanzaro. Altro dubbio non vi può essere sulla corresponsabilità gestionale dell’attuale amministrazione comunale del gruppo che fa capo a Nuccio Cusumano, oggi sotto la bandiera di Silvio Berlusconi, o meglio di Gianfranco Miccichè il quale presidente dell’Ars ha parecchi problemi all’interno di Forza Italia. È nota la presa di distanza dall’Amministrazione Valenti di Nuccio Cusumano a metà mandato e l’uscita dalla maggioranza, come nota e’ la vicenda del suo gruppo nella mozione di sfiducia. Una posizione equivoca e che non permise di porre fine ad una agonia deleteria per la città.
E qui bisogna ricordare l’onta dell’azzeramento degli assessori dopo appena una anno dal loro insediamento. Un azzeramento che ricorda l’epurazione staliniana, operata in modo particolare nei confronti di Paolo Mandracchia, Filippo Bellanca e Gioacchino Settecasi, oggi fondatori (insieme a Sciacca Terme Rinasce e Onda) del “Patto per Sciacca” sottoscritto con Ignazio Messina nella qualità di, a sua volta, protagonisti della nascita del movimento VentiVentidue.
Questa premessa, non breve, serve da apripista per sondare le ultime voci che girano per i cieli della politica locale. Secondo ambienti vicini allo stesso Messina, l’ex sindaco ha avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con il gruppo che fa capo all’ex deputato Totò Cascio, e quindi con Alberto Sabella. Contatto che deve essere riferito e discusso attorno ai fondatori del “Patto per Sciacca”, cioè il movimento VentiVentidue” e “Onda”, oltre alla lista di Ignazio Messina. Vero è che l’Onda del deputato regionale Carmelo Pullara (sconosciuto alla stragrande maggioranza dei saccensi) è distante dai fatti interni, tipicamente locali e, dunque, potrebbe dare il consenso all’allargamento della colazione al gruppo di Cascio.
Ma con “Onda” c’è la battagliera Carmela Santangelo che non è certamente propensa a chiudere occhi e orecchi nei confronti dei cinque anni di mandato sindacale che stanno per terminare.
Come si concilia, è l’interrogativo, l’assunto di Ignazio Messina “disposti al dialogo con tutti tranne con chi ha governato negli ultimi cinque anni”, con un allargamento al gruppo se quest’ultimo ha ancora in Giunta l’assessore Nino Venezia targato Alberto Sabella?
A questo punto, la motivazione diventerebbe un triplo salto mortale e Nino Venezia dovrebbe ammettere pubblicamente il fallimento della sindacatura Valenti. Ma qui entra quel che nel codice penale è classificato nell’articolo 110. Ovvero, la presenza ancora di Venezia sarebbe un’associazione che prefigura il concorso di colpa nel fallimento del “progetto Francesca Valenti”.
Sempre voci, vedrebbero l’ingresso in Giunta di Pasquale Bentivegna, mentre in lista non adrebbe più Nino Venezia ma un suo stretto familiare.
Intanto, rimane immutato il quadro politico che riguarda il PD in cerca di autore nella sua solitudine. Compagno di solitudine è Forza Italia. Altra novità, secondo voci accreditate, è l’assenza di Matteo Mangiacavallo nelle ultime riunioni del centrodestra. Voci attendibili dicono che Mangiacavallo non avrebbe resistito al richiamo della sirena e che abbia puntato la prua per raggiungere il porto di Mizzica.
Il centrodestra, intanto, è impegnato nella stesura del romanzo “Cent’anni di incontri” e continua a replicare le sedute, finora infruttuose. Quella di lunedì sera è stata l’occasione per bere qualcosa “tra amici”. L’auspicio è che il centrodestra possa chiudere l’ultimo capitolo del romando prima della celebrazione delle elezioni dopo la metà maggio. C’è chi immagina una proroga. Non v’è nessun elemento che possa rendere credibile tale ipotesi, considerando anche che al 31 marzo cessa lo stato di emergenza da pandemia.
Filippo Cardinale