Elezioni, ciò che resta del centrodestra continua a “pensare”. La corda è tesa e…
SCIACCA- Si susseguono le riunioni nell’area che una volta poteva, senza esitazione, definirsi centrodestra. Gli incontri si susseguono, si moltiplicano, ma una cifra non viene fuori. C’è difficoltà a far quadrare i conti. Sigle partitiche e civiche che, quando era in vita il Consiglio comunale, convergevano e avevano il crisma di una coalizione di centrodestra, ora si sono scomposte, frazionate, sono entrate in fibrillazione.
Eppure, c’era una convergenza tale che quel campo si era allargato con l’innesto degli ex consiglieri Paolo Mandracchia e Cinzia Deliberto. A noi giornalisti veniva complicato definirlo come “centrodestra” per la convergenza, appunto, di Deliberto e Mandracchia che proprio col centrodestra non facevano scopa. Eppure, rappresentavano uno schieramento con un potenziale notevole che avrebbe messo all’angolo qualsiasi proposta di candidatura a sindaco proveniente da altra parte.
Le scosse sussultorie e ondulatorie della vicenda relativa alla mozione di sfiducia hanno prodotto effetti disgregativi, alimentato sospetti, coltivato rancori, nutrito speranze di candidature quasi in automatico. Quasi fosse un atto dovuto.
Ma Sciacca è Sciacca, e la sua peculiarità non deve sfuggire. Vige un dualismo (innato) deleterio che porta con sé risentimenti che hanno radici nel passato, a volte molto remoto. E’ qui che maturano i veti incrociati, le rimembranze di fatti avvenuti in “ere” e che non avrebbero più motivo di replicarsi. Eppure, tutto questo accade e continua ad accadere.
Adesso si critica Ignazio Messina che ha bruciato, nella tempistica, tutti. E’ sceso in campo, ha coalizzato, ha avviato incontri con le realtà sociali. Forse è questo è un torto? O è torto chi vacilla, tentenna, organizza tavoli e riunioni per poi spostarle alle successive? Semmai, Ignazio Messina ha fatto ciò che doveva fare, mentre altri non hanno fatto ciò che avrebbero dovuto fare.
Nel contempo, però, si erode quell’area politica che poteva scendere compatta nell’ambito del campo dei moderati, o meglio di quel campo distante dai cinque anni trascorsi.
Dal “sistema” dei “moderati”, del “centrodestra”, di chi non si riconosce più a “sinistra” è venuta fuori una forza centrifuga che ha destinato Onda (riferimento al deputato Carmelo Pullara), Sciacca Terme Rinasce, Movimento VentiVentidue a confluire a sostegno della candidatura di Ignazio Messina.
Fabio Termine di Mizzica concorre con l’appoggio di ciò che resta del M5S, il PD attende ancora, con la pazienza di Giobbe, che la donna del monte ufficializzi la sua non ricandidatura. Nel frattempo, Forza Italia punta sulla “convention” nella quale parteciperanno illustri personaggi che in questi anni non si sono fatti vedere a Sciacca, tranne Miccichè che venne a chiedere scusa a Fabrizio Di Paola ma poi cadde nel peccato nuovamente. E’ vero che il Verbo cristiano incoraggia a risollevarsi dopo le cadute, ma le cadute di Miccichè al cospetto di Di Fabrizio Di Paola sono come gli effetti della reazione a catena.
Che faranno Sciacca al Centro, Mpa, Diventerà Bellissima, Udc, Fratelli d’Italia? Non è esclusa una ulteriore frammentazione che possa partorire un nome di un candidato che non sia Mangiacavallo, Bono o Di Paola. La corda è abbastanza tesa e non è escluso che nelle prossime ore dal cilindro di un mago possa uscire una sorpresa. Una sorpresa che potrebbe anche calamitare la new entry di Noi con l’Italia.
Filippo Cardinale