Verso le elezioni: attenzione, da “Patto” a “Pacco” il passo è breve
SCIACCA. Il “Patto per Sciacca” sottoscritto ieri sera a Sciacca da Ignazio Messina e altri gruppi politici ispirati da ex assessori ed ex consiglieri comunali, ha un precedente simile nel 2017, quando ad ispirarlo, ma senza successo, fu l’ex sindaco Mario Turturici, di recente sceso di nuovo in campo con la casacca di Forza Italia.
Il “Patto per Sciacca” di cinque anni fa l’allora consigliere comunale Turturici lo mise in piedi con il collega Salvatore Monteleone, prima come gruppo consiliare e poi come lista civica. Anche all’epoca aleggiava nell’aria la voglia di civismo che oggi sembra contagiare un po’ tutti.
Si voleva elaborare la piattaforma programmatica in vista delle elezioni comunali di quell’anno, una posizione opposta a quella della coalizione di centrodestra che con i due aveva portato nel 2012 all’elezione di Fabrizio Di Paola, poi disgregatasi fino alla sconfitta elettorale ed all’elezione di Francesca Valenti. Quel patto ebbe quindi vita breve.
Oggi si rinnova un nuovo patto per la città, dopo che in passato tanti altri analoghi tentativi hanno avuto questa denominazione, molti dei quali hanno avuto come ispiratore Nuccio Cusumano, sempre innamorato delle ampie coalizioni moderate, prima con le sigle dei partiti oggi con le liste civiche.
I patti sono invitanti, ma allo stesso tempo pericolosi. La vita politica amministrativa cittadina ci racconta che le intese nascono con estrema facilità: una volta si costituivano nei saloni delle chiese, oggi attorno ad un camino. L’idea fondante è sempre la stessa: più siamo più voti portiamo a casa, non hanno importanza la storia politica e le ideologie di ognuno, e forse nemmeno i programmi. Basta fare la sommatoria del potenziale consenso. I problemi cominciano quando bisogna dividere la… torta. E se si dovesse superare questo scoglio, spesso ci si impantana durante l’attività di governo. Quanti patti elettorali accompagnati da foto di gruppi sorridenti sono passati sotto i ponti, intese che spesso sono poi diventati castelli di sabbia.
I protagonisti del più recente patto elettorale sono convinti che questa volta non sarà cosi, che avranno maggiore fortuna, seppure siano ancora al lavoro per ampliare ulteriormente questa coalizione (più siamo più voti portiamo a casa), dove dovranno convivere il rinnovamento annunciato da Messina che vuole costruire una giunta autorevole e competente ed ha già agganciato alcuni tecnici, ed il desiderio di fisiologica “rivalsa” di quanti in epoca recente non hanno avuto i giusti riconoscimenti in altri contenitori politici. Indubbia l’esperienza di molti di loro, gente che sa a cosa va incontro e che se dovesse ritornare in via Roma saprebbe come muoversi. E lo stesso farebbe a Palazzo dei Normanni. Occhio però, perchè da “patto” a “pacco” il passo è breve. Ed il ragionamento vale per tutti, sia i patti di oggi che quelli di domani e di dopodomani.