Nel “centrodestra” esplode la forza centrifuga: Mangiacavallo crea fibrillazioni, Forza Italia non gradita
SCIACCA. Il periodo carnascialesco in corso rispecchia quello politico. Carnevale in silenzio a causa della pandemia, politica in silenzio per forti venti di indecisioni e burrasca di veti incrociati. Il centrodestra è in frantumi e il suo sistema di pianeti e satelliti è avvolto da una tempesta solare e magnetica di altissima intensità.
Quale centrodestra? Domanda da 1 milione di dollari. Amori che nascono e che si spengono inesorabilmente. Campo largo e idee strette. Muore prima di nascere il matrimonio Forza Italia e Pd. C’è il niet del segretario regionale Barbagallo. A Sciacca lo sposalizio andrebbe contro le direttive regionali del Pd. Inoltre, Il centrodestra a brandelli di Sciacca non vuole Forza Italia tanto da non invitarlo alle riunioni. Sembra che nessuno voglia Forza Italia e il motivo risiede nelle ultime operazioni di allargamento del partito di Berlusconi. A non volere Forza Italia è anche Sciacca al Centro per le note questioni che riguardano Fabrizio Di Paola, ma in modo particolare la scorrettezza di Gianfranco Miccichè nei suoi confronti.
A rendere le acque più tempestose è, adesso, la presenza dell’ex grillino Matteo Mangiacavallo che ieri sera ha partecipato alla riunione tra Fratelli d’Italia, Udc, Diventerà Bellissima, Sciacca al Centro, Mpa. Alla riunione non c’era Noi per l’Italia che fa riferimento all’ex senatore Peppe Ruvolo.
Matteo Mangiacavallo, dunque, staccatosi dal mondo grillino per transitare in un’area di sosta per poi avvicinarsi al presidente della Regione, entra a pieno titolo nell’area del centrodestra. Ma ciò crea fibrillazioni soprattutto in quelle due aree “civiche” che hanno espresso sindaco e presidente del consiglio comunale, poi candidato a sindaco nel 2017.
I “politici” del centrodestra stanno immaginando di “allargare il campo”, ma nel contempo non si rendono contro che si sta restringendo. Ci sono venti di veti incrociati che renderanno la partita del centrodestra molto difficile. Venti che, di certo, non faranno avvicinare il “movimento 2022” ad una coalizione che si sta allontanando dal profilo del civismo.
Filippo Cardinale