Carnevale di Sciacca, il racconto emozionante e… inquietante dell’ex assessore

SCIACCA. L’aneddoto che l’ex assessore comunale Carmelo Brunetto racconta oggi sui social legato al Carnevale di Sciacca è “emozionante”, come lui stesso lo definisce, ma anche “inquietante” e simbolo di una improvvisazione che aleggia da sempre nell’ambito delle istituzioni cittadine.

Brunetto per celebrare i giorni di Carnevale che ricorrono in questo periodo, racconta di avere “rinvenuto” nel 2010 in un magazzino centinaia di vecchia bozzetti in ceramica del carri della popolare festa saccense e di averli utilizzati per arricchire il neonato Museo del Carnevale.

Iniziativa assolutamente apprezzabile, che gli fa onore e fa onore anche a Salvatore Monte e Antonio Di Marca che quell’anno, in veste di “tecnici” (Di Marca lo è ancora), si sono adoperati per dare vita ai bozzetti e mostrarli alla città.

Ciò che ci inquieta è la modalità della conservazione e del successivo casuale rinvenimento dei bozzetti.

Brunetto pensò ai bozzetti che all’ufficio turistico erano appena dieci. E nessuno sapeva rispondere… Poi è spuntata la “vocina”, come lui stesso preferisce identificare la persona con cui è entrata in contatto per scoprire che fine avessero fatto gli altri bozzetti in ceramica. Non un dirigente o un funzionario addetto ad uno specifico ufficio. Non una nota ufficiale, ma una… vocina. L’ex assessore apprese che numerosi bozzetti si trovavano all’interno del convento San Domenico e che le chiavi le aveva una specifica persone, presumiamo un impiegato comunale. Altro passaggio inquietante quello secondo il quale Brunetto avrebbe dovuto… “insistere” per entrare nell’immobile, la ex scuola media d’arte di piazza Mariano Rossi.

Il “tizio” di cui parla Brunetto evidentemente li accompagna. E dopo avere girato tante stanze senza trovare i bozzetti, l’ultima porta viene trovata chiusa. Il solerte accompagnatore riferisce che non c’erano le chiavi e che all’interno non c’era nulla. Poi la “magia” e l’emozione, così come le descrive l’ex assessore, sempre accompagnato da Salvatore Monte (all’epoca non faceva politica attiva) e da Antonio Di Marca. “La porta – dice – si apre da… sola e dentro un centinaio di bozzetti dei precedenti carnevali, alcuni malandati altri in perfette condizioni”.

Brunetto nel suo post racconta che con i bozzetti ritrovati il 16 febbraio del 2010 veniva finalmente inaugurato il Museo del carnevale di Sciacca, finalmente pieno di elementi e improvvisamente ricco di fascino.

“All’interno della struttura – scrive l’ex amministratore – i visitatori hanno potuto finalmente ammirare i 90 plastici in ceramica che riproducono fedelmente tutti i carri dagli anni ’80 in poi, i più bei costumi delle maschere singole e dei gruppi mascherati, le danze del corpo di ballo, i bozzetti dei vestiti, i manufatti in cartapesta e le foto che immortalano i momenti più belli del carnevale”.

Bellissima storia, ricca di emozione e fascino. Immaginiamo sia vera, anche se Brunetto omette volutamente qualche dettaglio per non privarla di… magia. La racconta però con trasporto ed orgoglio, lo stesso con cui, dobbiamo onestamente dire, ha gestito in quel periodo la sua carica istituzionale . Ma ci chiediamo, e se lo chiedono i cittadini: Possibile che nessuno sapeva nulla ? Possibile che i bozzetti erano abbandonati in un magazzino e non catalogati ? Possibile che non ci fosse un dirigente a conoscenza o un impiegato addetto e con la responsabilità della custodia  ? Possibile che un assessore fosse costretto quasi ad una forzatura per entrare in un immobile comunale ? Possibile che qualcuno dica che la stanza è vuota e che non si sa nulla delle chiavi ? Possibile che per… magia si scopre che dentro c’erano invece i bozzetti ? E 90 bozzetti non sono pochi rispetto al periodo in cui è  obbligatorio realizzarli ? E se Brunetto e Monte invece di insistere fossero andati via ?

Tutto sa di improvvisazione e superficialità. Ed è una sola delle storie strane che riguardano la gestione della cosa pubblica nella città di Sciacca. Molti raccontano “vecchie leggende”, come le storiche fontanelle pubbliche di cui non si sa nulla, altri i quadri nel palazzo comunale che poi non hanno più visto. E tanto altro ancora. Storie e leggende vecchie e meno vecchie. vere o false.

Una storia, quella di Brunetto, che fa il paio a tante altre che non riguardano il Carnevale ma altre cose in cui ricorre il tema della gestione della cosa pubblica e il bene comune. Storie che giustificano l’affermazione di un autorevole  ex amministratore comunale che che da anni mi rincorre e che mi piace spesso ricordare: dopo avere fatto la sua esperienza di servizio nel palazzo comunale di via Roma, disse in modo laconico che “Questo paese non ha futuro”.

Giuseppe Recca