Ragazzo agrigentino ucciso in Belgio vittima inconsapevole di un mancato femminicidio
Si è costituito a Liegi la sera stessa del delitto, dopo aver girovagato per qualche ora, Pietro Randazzo, siciliano di 33 anni, accusato di aver assassinato con cinque coltellate (gola, torace e coscia) l’agrigentino Luca Pisciotto, 22 anni che aveva solo provato a difendere la madre, vittima di una brutale aggressione. L’omicida, con precedenti di polizia, dopo aver ammazzato Luca ha provato una fuga disperata ma quando ha capito di essere ormai braccato si è consegnato ieri sera alle forze dell’ordine che lo hanno arrestato.
Cinque coltellate, dunque, per uccidere il figlio dell’ex compagna che aveva deciso di troncare una relazione sentimentale durata oltre nove anni. Sono questi i nuovi sconcertanti dettagli sull’omicidio di Luca Pisciotto, ucciso nella tarda mattinata dell’altro ieri in rue Bois de Breux di Jupille a Liegi, come ricostruito da Renaud Xhonneux, primo vice procuratore della Corona di Liegi, che ha coordinato le investigazioni. Il delitto ha sconvolto la comunità agrigentina in Belgio tanto quanto quella della Città dei Templi. Il padre di Luca, da anni separato dalla madre, Madeleine Jupilloise, è partito da Agrigento alla volta di Liegi appena informato del tragico evento.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori di Liegi, Pietro Randazzo l’altro ieri mattina si è presentato a casa della madre di Luca, Madeleine, armato di coltello manifestando l’intenzione di uccidere la donna e poi suicidarsi. Prima del delitto, come ricostruito dagli inquirenti, Randazzo ha tentato di strangolare Madeleine che, dopo aver perso i sensi si riprende e riesce a scappare e trovare rifugio a casa della sorella che vive a pochi metri di distanza, in un’altra villetta. Quest’ultima ha chiamato Luca, il quale lavorava non lontano da luogo dell’omicidio, che è immediatamente giunto sul posto. E’ nata una colluttazione finita con l’accoltellamento mortale. Quando sono arrivate le forze dell’ordine le condizioni di Luca erano già particolarmente critiche. Morirà rapidamente poco dopo. Sul posto non è stata trovata l’arma del delitto.
La relazione tra Pietro e Madeleine era durata 9 anni ma lo scorso novembre la donna aveva comunicato all’ex compagno la fine della loro storia, provocando la reazione dell’odierno assassino affatto convinto di tale scelta. Intanto, Madeleine aveva anche ritrovato l’amore (ed un nuovo compagno) e ciò ha acuito la rabbia ed alterato la condizione psichica di Randazzo sino ad arrivare all’omicidio. La situazione è precipitata proprio quando sembrava che tutto fosse stato appianato e messo nel dimenticatoio. Invece, soprattutto negli ultimi mesi, parecchi sono stati i campanelli d’allarme che la tragica vicenda ha generato. Randazzo, lo scorso 18 dicembre era stato arrestato dalla Polizia belga per essersi presentato (e non poteva farlo per ordine del giudice) sotto casa di Madeleine e subito rilasciato. Appena due giorni dopo, il 20 dicembre, un nuovo arresto per aver bucato le gomme dell’auto del nuovo compagno della donna. Poi, un richiamo formale e l’inizio di un percorso psicologico che lo stesso assassino sembrava aver accettato di seguire senza particolari sofferenze.