L’incuria e l’inefficienza offendono la memoria di chi ha dato la vita per la difesa della comunità
SCIACCA- Era il 4 aprile del 2014 quando, con una cerimonia toccante, fu intitolato il belvedere di via Allende (lo spiazzale) all’ufficiale della Guardia di Finanza, Cosimo Aleo. L’ufficiale saccense, la notte del 27 gennaio 1970 a Camnago, si imbatté in un gruppo di malviventi, intenti in un traffico illecito di merci. Fu ferito gravemente alla testa e morì dopo una lunga agonia. Il tenente Aleo era comandante di Sezione Operativa della Compagnia di Olgiate Comasco (CO). Morì a Palermo il 22 ottobre 1970. Nacque a Sciacca il 29 settembre 1947, giovane di sani principi, grazie ad un non indifferente bagaglio culturale, frequentò l’Accademia della Guardia di Finanza e divenne Ufficiale del Corpo all’età di ventitre anni.
Il ceppo dedicato al giovane ufficiale deceduto a soli 23 anni ha lo scopo di rendere omaggio e memoria alle “Vittime del Dovere d’Italia”. Una città e chi la amministra ha il dovere di “non dimenticare” e di avere il massimo rispetto per chi ha dato la vita nella difesa della comunità e nell’adempimento del proprio dovere. Sono piccoli gesti ma di grande valore etico. Se vengono meno questi, l’esempio che promana dal palazzo di Città non è edificante per la comunità, per il senso civico. Eppure, il ceppo dedicato all’ufficiale saccense è abbandonato all’incuria, al non rispetto, e si trova invaso da sterpaglie. Non necessitano fondi per il rispetto della memoria, ma solo buona volontà ed efficiente amministrazione. Ambedue sono assenti.
All’inaugurazione del ceppo erano presenti il Comandante della Guardia di Finanza della Regione Sicilia, generale di Divisione Ignazio Gibilaro, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, il Prefetto, il Questore, il Presidente nazionale delle Vittime del Dovere, il sindaco Fabrizio Di Paola, il senatore Giuseppe Marinello e tante altre autorità militari, civili e religiose.
Filippo Cardinale