Via Lido, 19 famiglie ancora in attesa dopo oltre due mesi

SCIACCA. Lontano dalle loro case ormai da oltre due mesi le 19 famiglie sgomberate nella notte tra il 10 e l’11 novembre dello scorso anno quando la città di Sciacca fu raggiunta da un violentissimo nubifragio che ha provocato gravi danni.

Si tratta dei residenti di due palazzine della via Lido, nella parte bassa del centro abitato, dove si è verificato il cedimento di due muri di cemento armato. Uno delimitava la strada da una palazzina, l’altro era di contenimento. In entrambi i casi i muri si sono abbattuti pesantemente sulle palazzine ed è stato necessario evacuare le famiglie residenti dai loro appartamenti in attesa di accertamenti e interventi di messa in sicurezza. Entrambi gli edifici continuano ad essere in una situazione di pericolo permanente e senza un rifacimento dei muri non sarà possibile rientrare negli appartamenti.

In un caso i proprietari hanno realizzato interventi di puntellamento, ma c’è una parte che ricade su area pubblica e bisogna attendere l’iter procedurale. La Protezione civile ha già stanziato mezzo milione di euro per la messa in sicurezza, ma il Comune di Sciacca non ce la fa e sta verificando con il Dipartimento regionale se c’è la possibilità che la gestione passi al Genio civile, i cui tempi di progettazione e realizzazione sono certamente inferiori.

Nell’altro caso si aprirà probabilmente un contenzioso tra privati e Comune: il muro crollato divideva la strada pubblica dall’area privata. Si deve accertare se le cause sono legate al promontorio della via Allende che è in stato precario o se c’è stato un problema di progettazione quando a suo tempo venne realizzato l’immobile. I privati nel frattempo stanno pensando di ripristinarlo.

Il tempo intanto scorre e le 19 famiglie della via Lido si sentono abbandonate perché non possono tornare a casa. Temono giustamente che i tempi si allunghino ancora. Molti sono ospitati da parenti o risiedono in altre case di proprietà, altri hanno dovuto affittare un altro appartamento e lo pagano a proprie spese. A questo si aggiunge un servizio di vigilanza privata visto che le loro abitazioni sono letteralmente aperte all’esterno. L’amministrazione comunale conosce la questione e non può perdere ulteriore tempo nel soddisfare le legittime istanze dei residenti, a cominciare dall’esigenza di aiutarli economicamente per le spese fin qui sostenute.

Giuseppe Recca